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Sanità, Santoro (Aned): “Medico di base centrale per anemia da malattia renale”

'Anemia da malattia renale cronica. Un peso da alleggerire, insieme’, è l'evento al ministero della Salute di Roma con il contributo di Gsk

(Adnkronos) – In Emilia Romagna è stato avviato un progetto “chiamato ‘Processo di prevenzione dell’insufficienza renale’, in cui abbiamo stretto un’alleanza con i medici di medicina generale. Li abbiamo formati in modo che fossero a conoscenza delle problematiche che riguardano la patologia cronica renale e potessero indirizzare i pazienti in ambulatori dedicati. Questo è fondamentale per curare tutta la malattia cronica e, in particolare, il problema dell’anemia”. Così Antonio Santoro, responsabile scientifico dell’Associazione nazionale emodializzati dialisi e trapianto (Aned) e direttore Nefrologia Policlinico S. Orsola-Malpighi, a margine dell’evento ‘Anemia da malattia renale cronica. Un peso da alleggerire, insieme’, organizzato oggi al ministero della Salute di Roma con il contributo di Gsk. 

Medico di base centrale per anemia da malattia renale

“I fronti d’intervento per contrastare la malattia cronica renale sono duplici. Innanzitutto – spiega Santoro – il paziente deve essere motivato a effettuare controlli e deve essere informato riguardo ai possibili sintomi, primo fra tutti l’anemia. In seconda battuta è necessario considerare il ruolo del medico perché, spesso, gli stessi medici trascurano questa patologia e la sua sintomatologia perché tendono a concentrarsi su malattie più evidenti, come le patologie cardiovascolari. E’ quindi di fondamentale importanza informare ed educare entrambe le parti”. E’ anche “molto importante – aggiunge il presidente Aned – mettere in atto una buona comunicazione così che il paziente conosca realmente quali sono le problematiche che stanno alla base della malattia cronica renale, come il sintomo dell’anemia. Inoltre, è fondamentale motivare il personale medico, in particolare quello di famiglia, che vede il paziente almeno negli stadi iniziali della malattia” e che, a livello territoriale, “è poi quello che segue di più il paziente. In particolare – conclude – i medici di base devono ricevere una formazione adeguata per poter favorire l’identificazione della patologia reale”. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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