Prosegue lo sciopero degli attori di Hollywood dopo che la trattativa con i rappresentanti dell'industria cinematografica è naufragata
Lo sciopero degli attori di Hollywood prosegue. Tutto era iniziato dagli sceneggiatori a maggio ai quali si sono uniti, il 13 luglio, anche gli attori. Lo sciopero è stato indetto dal sindacato degli attori americani Sag-Aftra in seguito alla rottura delle trattative con con l’AMPTP (Alliance of Motion Picture and Television Producers). Due i problemi sul tavolo: le royalty e l’Intelligenza artificiale. La mancanza di un accordo sta bloccando la produzione di diversi film e serie tv e sta facendo sentire i suoi effetti anche sulle manifestazioni dedicate.
Uno dei motivi dello sciopero, dicevamo, riguarda le royalty corrisposte agli attori, nello specifico, i diritti residuali. Per comprendere le ragioni degli scioperanti bisogna illustrare il metodo attraverso il quale tali diritti vengono corrisposti. Ai tempi della tv via cavo, cioè prima dell’avvento delle piattaforme streaming, capitava molto spesso che film e serie tv venissero mandati in onda in replica. I diritti residuali sono le cifre corrisposte agli attori quando film o serie tv da loro interpretati vengono mandati in onda in replica.
Un concetto totalmente sorpassato dalla logica on demand delle piattaforme in streaming dove le repliche non sono decise da chi fa i palinsesti ma dall’utente stesso (leggi abbonato).
Così, gli attori chiedono che il meccanismo di corresponsione dei diritti residuali cambi e venga calcolato non più sul numero delle repliche ma sui dati di ascolto raccolti dalle piattaforme. Indovinate un po’? Le piattaforme streaming non vogliono condividere i dati.
Il secondo motivo del contendere è l’intelligenza artificiale. Anche su questo punto è doveroso fare qualche precisazione. Attualmente, come sappiamo, l’intelligenza artificiale è in grado di ricreare immagini. Anche se al momento non sembra possibile, sul breve termine (la tecnologia sta avanzando a passi da gigante) potrebbe, come sostengono gli scioperanti, addirittura sostituire gli attori.
Quando pensiamo a un divo di Hollywood immaginiamo compensi astronomici. Per una fortunata (e alquanto ristretta) parte è così ma per la grande maggioranza degli attori la situazione è diversa. C’è chi ricorda che questi attori sono molto al di sotto dei cache stratosferici dei colleghi più blasonati e che con i diritti residuali riescono ad arrivare al guadagno annuale di 26.000 dollari per avere l’assicurazione sanitaria. L’agitazione ha, così, guadagnato il sostegno di tanti attori che oltre a unirsi alla causa hanno anche fatto ingenti donazioni.
Le agitazioni degli attori hanno bloccato la produzione di diversi film e serie tv. Tra questi il sequel di Beetlejuice, Deadpool 3, Venom 3, Mortal Kombat 2, Il Gladiatore 2. Sembra in bilico anche la realizzazione del terzo capitolo di Avatar. Produzioni bloccate anche per le serie tv House of Dragon, The Last of Us, The Mandalorian, Andor.
L’effetto dello sciopero si fa sentire anche sui Festival di cinema. Il prossimo in calendario è il Festival di Venezia che ha già annunciato il ritiro di Challengers di Luca Guadagnino. La pellicola di Guadagnino doveva aprire la kermesse internazionale e la suo posto sarà proiettato Comandante di Edoardo De Angelis. Se non sarà trovato alcun accordo e le agitazioni continueranno non sono escluse altre defezioni qui e in altri festival.
In copertina foto di David Mark da Pixabay
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