L'uomo si è fatto trovare dai carabinieri nella vicina Casteldaccia, dove è stato arrestato
(Adnkronos) – “Giovanni Barreca da anni vive un delirio mistico, dominato da un’accesissima e fanatica religiosità. Questo pesa enormemente sulla famiglia e soprattutto sui suoi figli, i due uccisi nella tragedia, e la terza, Miriam ragazza molto sveglia e intelligente”. Così Ambrogio Cartosio, procuratore di Termini Imerese, durante la conferenza stampa sulla strage di Altavilla. Barreca, 54 anni, ha ucciso la moglie e due figli di 5 e 15 anni e poi ha chiamato il 112. Una terza figlia di 17 anni, Miriam, è riuscita a fuggire.
L’uomo si è fatto trovare dai carabinieri nella vicina Casteldaccia, dove è stato arrestato. “La frequentazione dei coniugi Sabrina Fina e Massimo Caradente ha convinto Giovanni Barreca che nella casa ci fosse una presenza demoniaca che si fosse impossessata non solo della casa ma anche dei corpi”.
Ha detto ancora Cartosio aggiungendo: “Si è creata una situazione che ha convinto Barreca e i figli ad adoperarsi per allontanare i demoni dalla casa con torture inflitte alle persone che loro ritenevano possedute dal demonio. Torture inflitte alla madre, Antonella Salamone, e ai figli Kevin ed Emanuel”.
“La situazione ha una deriva molto rapida a partire da gennaio – prosegue Cartosio – quando sulla scena di questa famiglia compare una coppia di palermitani, Sabrina Fina e Massimo Carandente, che vivono anche loro una dedizione religiosa molto particolare che potremmo definire anti satanista”. Cartosio parla di “una terribile tragedia nella quale hanno perso la vita una madre, Antonella Salamone, e i figli Kevin ed Emanuele Barreca.
Quando ci siamo trovati sulla scena della tragedia per me è stato uno dei momenti più toccanti della mia vita perché vedere il cadavere di un ragazzo di 15 anni e di un bambino di 5 ridotti in quelle condizioni è stato uno strazio”.
“È una vicenda che ha particolarmente colpito dal punto di vista umano e emotivo anche noi carabinieri”, ha sottolineato il procuratore di Termini Imerese proseguendo: “Miriam è stata coinvolta in questa situazione di parossismo religioso, ha partecipato a una serie di riti che sono state torture sulla madre e sui fratelli. Per quanto riguarda la sua responsabilità nella strage non compete a noi ma alla procura dei minorenni di Palermo”.
“Sembra che la partecipazione alle torture sia stata corale – ha aggiunto – l’unica che mi sento di escludere è la madre”.
—cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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