2020 il peggior anno di sempre: è così che il Time ha definito l'anno che sta finendo. Colpa della pandemia da Covid 19 e non solo
Lo pensiamo tutti, chi più, chi meno: l’anno che sta volgendo al termine è stato particolarmente duro. Segnato nella sua quasi totalità da una pandemia che, oltre a fare migliaia di morti in tutto il mondo, ha anche innescato una gravissima crisi economica e, accompagnato da grandi disastri naturali, meriterebbe davvero di essere cancellato. La rivista Time ha, per così dire, sdoganato questo pensiero comune dichiarando il 2020 il peggior anno di sempre. E lo ha fatto con una copertina dal forte impatto visivo.
Uno sfondo bianco con una cornice rossa, al centro della pagina il numero 2020 a grossi caratteri neri e una X, sempre rossa, a coprirlo. La copertina del numero del settimanale Time, in uscita il prossimo 14 dicembre, e anticipata sul suo profilo Instagram, è semplice e diretta. Esprime in un solo colpo d’occhio il sentimento di milioni di persone non solo in America, ma in tutto il mondo. Il perché quest’anno sia da cancellare ce lo racconta, nel suo articolo di apertura, la critica cinematografica Stephanie Zacharek.
Il Covid 19, virus originato da un pipistrello, partito dalla Cina e diffusosi in tutto il mondo uccidendo circa 1,5 milioni di persone, è la catastrofe principale che abbiamo vissuto in quest’anno. Un piccolo organismo che ha rivelato tutta la nostra fragilità, messo in crisi anni di politiche economiche e fatto venir fuori il peggio di certa politica. Le sciagure del 2020, però, non sono finite qui: per mesi abbiamo assistito al susseguirsi di catastrofi naturali (pensiamo ai grandi incendi in Australia e nella foresta amazzonica, agli uragani e alle alluvioni negli Stati Uniti e in Europa) mentre gli Stati Uniti hanno vissuto un momento molto delicato. Gli episodi di razzismo contro gli afroamericani hanno generato un’ondata di protesta come non si era mai vista prima. Le elezioni presidenziali di novembre hanno fatto il resto. Come l’influenza spagnola del ’19, la Crisi del ’29, la Seconda Guerra Mondiale dal ’39 al ’45 sono state le catastrofi del Novecento, così la pandemia da Coronavirus è la sciagura della nostra era.
E in quanto tale su di essa ci va messa, come si suol dire, una croce sopra. Una croce che continua una tradizione consolidata per il Time. La sua prima copertina con la X rossa apparve il 7 maggio del 1945 a cancellare il volto di Adolf Hitler. Qualche mese dopo, il 20 agosto, la X (stavolta nera per evidenti esigenze cromatiche) coprì la bandiera del Giappone. Il 21 aprile 2003 compare sul volto di Saddam Hussein, nel 2006 su quello di Abu Mousab al-Zarqawi, capo di al-Qaeda in Iraq, il 30 maggio 2011 sul viso di Osama Bin Laden. E se il sengo della X simboleggia un qualcosa di brutto che è stato superato, non possiamo dire altrettanto questa volta perché il 2020, è vero, tra qualche giorno sarà alle nostre spalle, ma la pandemia no. La X rossa su quella non possiamo ancora metterla.
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