Vetrella rassicura ma le organizzazioni sindacali non sono dello stesso avviso, vedremo chi avrà ragione sperando che nel frattempo la qualità - già non eccelsa- del servizio non decada ancora di più.
Il trasporto pubblico è in subbuglio, la crisi del settore è conclamata da tempo in Campania e lo sciopero di ier ne è stata la riprova.
L’assessore regionale ai Trasporti, Sergio Vetrella, in relazione allo sciopero indetto dai sindacati per protestare contro la decisione della Giunta regionale della Campania sulle gare per l’affidamento dei servizi di trasporto pubblico locale, ha voluto rassicurare i lavoratori del comparto.
Già in passato erano stati illustrati ai rappresentanti sindacali gli aspetti specifici in merito alle osservazioni mosse sulla necessità di tutela dei livelli occupazionali e di riduzione del limite massimo del 30% dei servizi affidabili in subappalto .
In tale sede, infatti, era stato ulteriormente chiarito che i livelli occupazionali sono tutelati sia dalla vigente normativa sia dalla documentazione di gara, ove è prevista una inequivocabile clausola di salvaguardia che lega il numero dei lavoratori da trasferire all’affidatario a quelli che ogni singola azienda ha autocertificato su richiesta della Regione, come personale dipendente all’atto dell’approvazione della deliberazione di Giunta con cui sono stati definiti i criteri di gara, specificando in dettaglio anche tutte le informazioni necessarie per singolo lavoratore.
In ordine alla possibilità di riduzione del limite massimo del 30% dei servizi da affidare in subappalto, già l’assessore aveva fornito ampie delucidazioni sulle azioni messe in campo per ridurre in modo significativo, nel rispetto della legge, tale percentuale.
“Sono sicuro – dice Vetrella – che nel corso della riunione che ho convocato all’inizio della prossima settimana si terrà la seduta dove anche i sindacati potranno prendere atto dei numerosi vantaggi per i lavoratori e per l’utenza che deriveranno dall’espletamento delle procedure di gara, sia in termini di regolarità dei servizi che di incremento degli investimenti e quindi del numero di addetti”.
Le organizzazioni sindacali non sono dello stesso avviso, evidentemente, e i lavoratori si ritrovano in mezzo ai due fuochi; vedremo chi avrà ragione sperando che nel frattempo la qualità – già non eccelsa- del servizio non decada ancora di più.
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