Categorie: Fatti

Tre quarti dei grandi laghi italiani sono svuotati

Non solo smog nelle città è allarme anche per la disponibilità di acqua poiché per la mancanza di pioggia i grandi laghi sono svuotati fino ai ¾  su livelli addirittura peggiori dei mesi estivi con la percentuale di riempimento che va da appena il 27,5% per il lago Maggiore al 35,2 % per il lago di Garda fino al 45% per quello di Iseo.

E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti sulla situazione dei grandi laghi il cui livello si sta pericolosamente avvicinando al minimo storico del periodo a causa del perdurare del lungo periodo di siccità. Una situazione di difficoltà confermata dal livello del fiume Po che a si trova al di sotto di 3 metri rispetto allo stesso periodo dello scorso anno secondo le rilevazioni della Coldiretti a Pontelagoscuro.

A causare la siccità nelle campagne e lo smog nelle città in Italia è stato un mese di dicembre senza vento in cui è caduto il 95% di acqua in meno rispetto alla media del periodo dopo un mese di novembre con piogge praticamente dimezzate (-49%) ma con punte di meno 80% al Nord.

L’anomalia è evidente anche nelle temperature che sono salite a dicembre di 2,5 gradi sopra la media del periodo dopo un novembre che aveva fatto registrare uno scarto analogo.

Una situazione che sta provocando una preoccupazione diffusa anche in campagna per la siccità a causa dello stato dei principali bacini idrici e dei terreni anche perché sta mancando la neve che rappresenta una importante scorta per le riserve idriche. L’ acqua è necessaria per ristabilire le risorse idriche indispensabili nella fase di crescita delle coltivazioni e diffusa in tutta la Penisola.

Dal Piemonte alla Lombardia, dall’Emilia al Veneto fino in Friuli le campagne sono in allarme e si teme possano ripetersi i drammi del 2003, 2007, 2012 che sono stati catastrofici per la siccità in agricoltura.Siamo di fronte agli effetti dei cambiamenti climatici che si stanno manifestano con ripetuti sfasamenti stagionali ed eventi estremi con pesanti effetti sull’agricoltura italiana che negli ultimi dieci anni ha subito danni per 14 miliardi di euro tra alluvioni e siccità” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “bisogna intervenire prima che sia troppo tardi“.

Ad aggravare il problema è anche il caldo anomalo perchè si aspettano nella stagione produttiva per le coltivazioni forti infestazioni degli insetti patogeni che non sono stati limitati dal tradizionale freddo invernale.

Per il mancato abbassamento delle temperature nelle campagne il grano è piu’ alto del normale e si teme per i raccolti mentre le gemme delle piante sono rigonfiate come in prefioritura e se dovesse verificarsi adesso un forte ed improvviso abbassamento della temperatura si avrebbe una seria compromissione dei raccolti.

Redazione CinqueColonne

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