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Vaticano apre a conservazione ceneri, il canonista: “Norma va incontro agli affetti”

Come sottolinea il canonista don Davide Cito, la nuova disposizione sulla conservazione delle ceneri approvata dal Vaticano va incontro agli affetti

(Adnkronos) – La nuova normativa sulla conservazione delle ceneri nei luoghi che sono stati cari al defunto, pure se in ‘minima parte’, “va incontro agli affetti e ai sentimenti a patto che non venga oscurato il senso cristiano” della sepoltura. Lo sottolinea all’Adnkronos don Davide Cito, docente di Diritto penale canonico, vicerettore della Pontificia Università della Santa Croce che il Papa ha nominato consultore della Congregazione per l’Educazione cattolica. Una decisione che come spiega il canonista, rivela il “desiderio di venire incontro alle diverse sensibilità. Il tema della morte accomuna tutti e tocca nel profondo. In fondo, si parla di una prassi che già esiste e che riafferma il senso cristiano della sepoltura”.  

Le nuove disposizioni del dicastero per la Dottrina della Fede, approvate dal Papa che sono arrivate in risposta ad un quesito presentato dall’arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi, prevedono che si possa anche predisporre un luogo sacro ”per l’accumulo commisto e la conservazione delle ceneri dei battezzati defunti“, cioè un cinerario comune dove le singole ceneri vengono riversate. Il Dicastero, nel testo a firma del cardinale prefetto Victor Fernandez, ha ricordato che ”le ceneri devono essere conservate in un luogo sacro (cimitero), e anche in un’area appositamente dedicata allo scopo, a condizione che sia stata adibita a ciò dall’autorità ecclesiastica”.

Conservazione ceneri: la nuova disposizione del Vaticano

Si citano le motivazioni di questa scelta, e cioè la necessità di “ridurre il rischio di sottrarre i defunti al ricordo e alla preghiera dei parenti e della comunità cristiana” e di evitare “dimenticanze e mancanze di rispetto», nonché «pratiche sconvenienti o superstiziose“.  Viene inoltre ribadito che “la nostra fede ci dice che risusciteremo con la stessa identità corporea che è materiale“, anche se “quella materia sarà trasfigurata, liberata dai limiti di questo mondo. In questo senso, la risurrezione sarà in questa carne nella quale ora viviamo“. Ma questa trasformazione “non implica il recupero delle identiche particelle di materia che formavano il corpo“.

Perciò il corpo del risorto “non necessariamente sarà costituito dagli stessi elementi che aveva prima di morire. Non essendo una semplice rivivificazione del cadavere, la risurrezione può avvenire anche se il corpo è stato totalmente distrutto o disperso. Ciò ci aiuta a capire perché in molti cinerari le ceneri dei defunti si conservano tutte insieme, senza mantenerle in posti separati“.  L’ex Sant’ Uffizio ha poi evidenziato che “le ceneri dei defunti procedono da resti materiali che sono stati parte del percorso storico vissuto dalla persona, al punto che la Chiesa ha particolare cura e devozione circa le reliquie dei Santi. Questa attenzione e memoria ci porta anche a un atteggiamento di sacro rispetto” verso le ceneri, che “conserviamo in un luogo sacro adatto alla preghiera“. La normativa mette in guardia da “ogni tipo di equivoco panteista, naturalista o nichilista”. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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