La Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO) è una malattia respiratoria cronica che in Italia colpisce circa 3 milioni e mezzo di persone e che risulta essere la principale causa di morte associata alle malattie respiratorie, ma rimane purtroppo ancora poco conosciuta e non adeguatamente controllata
Proprio per rispondere a questo bisogno e promuovere una efficace gestione della patologia, parte BPCOPEN la campagna nazionale che dal 5 al 30 maggio darà la possibilità ai pazienti con BPCO di ricevere consulenze gratuite in 30 Centri specialistici italiani, prenotabili al Numero Verde 800 961 296 dal lunedì al venerdì, dalle 9:00 alle 13:00 e dalle 14:00 alle 18:00 (www.bpcopen.it)
In Campania le strutture che hanno aderito all’iniziativa sono:
- Ospedale “Vincenzo Monaldi” – AOS dei Colli, Via Leonardo Bianchi – Napoli
- AOU Ruggi d’Aragona, Via San Leonardo, 31 – Salerno
- PO Maria Santissima Addolorata Reparto Pneumologia, P.zza Scuola Medica Salernitana, 1 – Eboli (SA)
L’iniziativa ha l’obiettivo di sensibilizzare i pazienti con BPCO sull’importanza di una corretta informazione sulla patologia e sui possibili rischi legati a una sua sottovalutazione e sulla possibilità di ridurre l’impatto della malattia nella vita quotidiana sottolineando l’importanza di un intervento precoce, dell’adeguamento degli stili di vita, dell’attuazione di corrette strategie terapeutiche e dell’aderenza alla terapia invitandoli a effettuare un controllo sullo stato della propria malattia.
BPCO OPEN è patrocinata dall’Associazione Italiana Pazienti BPCO e altre patologie respiratorie ETS e da Respiriamo Insieme – APS, e realizzata grazie al supporto non condizionato di AstraZeneca.
Cos’è la BPCO?
La BPCO è definita come una condizione polmonare eterogenea, che si caratterizza per sintomi respiratori cronici (fatica a respirare, tosse, catarro e riacutizzazioni), dovuti ad alterazioni delle vie aeree e/o alveolari che causano un’ostruzione persistente e spesso progressiva del flusso aereo. A partire dai sintomi, la diagnosi deve essere confermata dall’evidenza alla spirometria di ostruzione respiratoria non completamente reversibile.
Il fumo di tabacco rappresenta il principale fattore di rischio della BPCO, con circa il 50% dei fumatori che sviluppa la patologia nel corso della vita,mentre la progressione della patologia è molto eterogenea e dipende sia da fattori genetici che ambientali.In particolare, le riacutizzazioni della BPCO, definite come un peggioramento dei sintomi che si verifica in meno di 2 settimane, sono indicatori chiave della progressione di malattia. Oltre ad accelerare il declino della funzionalità respiratoria e ad essere la principale causa di ricovero ospedaliero per BPCO, le riacutizzazioni aumentano il rischio di eventi cardiovascolari, come infarto miocardico e ictus, e incidono pesantemente sulla qualità di vita, la prognosi e la mortalità dei pazienti; per questo, è importante riconoscerle e intervenire in modo adeguato così da prevenirne il loro verificarsi in futuro”.
I danni della malattia
Il danno causato dalla BPCO, infatti, non riguarda solo i polmoni, ma ha un forte impatto anche a livello cardiovascolare (CV), dato che molti pazienti sviluppano patologie CV durante il decorso della malattia. Tanto che, anche nei casi di BPCO di grado moderato, le malattie CV rappresentano una percentuale rilevante della mortalità: fino al 44% dei decessi in pazienti con BPCO è attribuibile a cause CV.
Oggi questa patologia è prevenibile e trattabile precocemente attraverso terapie farmacologiche che vanno personalizzate in base alle condizioni cliniche e anche alle preferenze del paziente2. Gli obiettivi principali dei trattamenti sono la riduzione dei sintomi, la prevenzione del rischio cardiopolmonare, delle riacutizzazioni e quindi della mortalità.
Studi clinici
Due ampi studi clinici randomizzati hanno evidenziato come la triplice terapia inalatoria con due diversi broncodilatatori a breve e a lunga durata d’azione come gli antagonisti muscarinici (LAMA) e i β-agonisti (LABA) con in aggiunta uno steroide inalatorio (ICS), riduca la mortalità per tutte le cause rispetto alla terapia con solo due broncodilatatori, migliorando la funzionalità polmonare e, nello stesso tempo, riducendo le riacutizzazioni. La terapia, inoltre, dovrebbe essere rivalutata e ‘aggiustata’ periodicamente in base alla risposta clinica ottenuta.