Nuovo odio, scagliato attraverso i social, contro la modella Gucci Armine Harutyunyan. Per i suoi detrattori non sarebbe degna del fashion sistem
Armine Harutyunyan modella Gucci. Avevamo già avuto modo (ahime) di raccontare, nelle pagine di questo giornale, episodi di body shaming nei confronti di alcune donne. Pochi mesi fa, nel pieno dell’emergenza Coronavirus, Giovanna Botteri era stata accusata di presentarsi sempre con la stessa maglia e con i capelli pettinati alla meno peggio durante i collegamenti da Pechino dove si trovava in qualità di corrispondente. A distanza di qualche settimana la cantante Adele travolta da una valanga di commenti sprezzanti (ma forse più invidiosi) sulla splendida forma fisica raggiunta dopo un percorso impegnativo. Stavolta, nel mirino degli odiatori seriali è finita la modella Gucci Armine Harutyunyan, considerata troppo brutta per sfilare.
Occhi neri, sopracciglia foltissime, lineamenti del viso spigolosi: quella di Armine Harutyunyan è una bellezza fuori dagli schemi tradizionali e tuttavia non priva di fascino. Il suo incontro con le passerelle lo deve all’intuito di un talent scout che la vede a Berlino e a una maison che già da qualche tempo porta avanti un’idea nuova di bellezza. Quando lo scorso settembre partecipa alla Paris Fashion Week, la 23enne di origine armena raccoglie la prima pioggia di critiche denigratorie e razziste. Oggi, che la casa di moda italiana la considera una delle cento ragazze più sexy del mondo, si rincara la dose di disprezzo con commenti spiacevoli e meme di cattivo gusto. Armine, che nel frattempo ha avuto modo di visitare e apprezzare il nostro Paese, come si evince dal suo profilo Instagram, non ha risposto alle critiche ricevute, così come Gucci che ha preferito proseguire per la propria strada. Non si può parlare di lei come di una modella professionista, così come non sappiamo se questa sarà la sua nuova strada o se continuerà i suoi studi di grafica.
Quello che è certo è che sul mondo della moda, negli anni scorsi, è stato più volte puntato il dito. E’ stata a lungo accusata di comunicare valori sbagliati con l’eccessiva magrezza delle modelle. Oltre che volgere il proprio sguardo solo a una certa categoria di persona. Eppure l’industria dal fashion, sia solo per accaparrarsi nuove fette di mercato, ha saputo allargare i suoi orizzonti. Si è aperta, perciò, a modelle di diverse etnie e a modelle disabili. Un importante settore di questo comparto deve il suo successo a linee indossate da modelle curvy.
Che sia stata una strategia di marketing o il tentativo di abbattere degli stereotipi (o entrambe le cose)? Di certo questo nuovo episodio di body shaming ai danni di Armine Harutyunyan ci pone un nuovo interrogativo: contro chi va puntato il dito, ora?
Immagine di copertina Foto di Pexels da Pixabay
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