Perché ci mascheriamo per festeggiare il carnevale? Da dove nasce questa festività?
Ci si diverte, si scherza, ci si maschera e si mangiano tante cose buone ma quali sono le origini del carnevale? Perché ci mascheriamo per festeggiare questa ricorrenza?
Il Carnevale è una festa che si lega sia col mondo cattolico che quello “pagano” e le sue origini vanno ricercate in epoche molto più remote. La ricorrenza infatti nasce dai Saturnali della Roma antica o dalle feste dionisiache del periodo classico greco.
Durante queste festività era possibile lasciarsi andare, mettendo da parte e obblighi e impegni, per dedicarsi allo scherzo e al gioco. Inoltre mascherarsi rendeva irriconoscibili il ricco e il povero, e scomparivano così le differenze sociali. Una volta terminate le feste, il rigore e l’ordine tornavano a dettare legge nella società.
Il proverbio associato al carnevale, derivato dall’antico detto latino «semel in anno licet insanire» – “una volta l’anno è lecito impazzire” – la dice lunga!
La parola “carnevale” deriva dal latino carnem levare ovvero “eliminare la carne” poiché anticamente indicava il banchetto che si teneva l’ultimo giorno di carnevale (il martedì grasso) prima del periodo di astinenza e digiuno dettato dalla Quaresima durante la quale poi a nessuno era concesso di mangiare carne.
Il Carnevale non ha una data fissa: ogni anno dipende da quando cade Pasqua. Il tempo di Carnevale infatti inizia la prima domenica delle nove che precedono quella di Pasqua. Raggiunge il culmine il giovedì grasso e termina il martedì successivo, ovvero il martedì grasso, che precede il Mercoledì delle Ceneri, inizio della Quaresima. Nel 2021 comincerà giovedì 11 febbraio e terminerà martedì 16.
Dove si osserva il rito ambrosiano, nell’Arcidiocesi di Milano, la Quaresima inizia di domenica. In questo modo la festa dura di più, terminando il sabato dopo le ceneri, ritardando così di 4 giorni il periodo del “Carnevalone”. Ciò significa che i milanesi termineranno i bagordi solo sabato 20 febbraio.
Secondo numerose fonti, tra cui Apuleio, il “travestimento” deve essere fatto risalire a una festa in onore della dea egizia Iside, durante la quale erano presenti numerosi gruppi mascherati. Questa usanza venne importata anche nell’impero Romano: alla fine del vecchio anno un uomo coperto di pelli di capra veniva portato in processione e colpito con bacchette.
In molte altre parti del mondo, soprattutto in Oriente, c’erano molte feste con cerimonie e processioni in cui gli individui si travestivano: a Babilonia , ad esempio, non era strano vedere grossi carri simboleggianti la Luna e il Sole sfilare per le strade rappresentando la creazione del mondo.
In generale però lo spirito della festa è quello di livellare l’ordine delle cose, ribaltare la realtà con la fantasia e travestirsi da ciò che non si è. Nel Medioevo, ad esempio i popolani potevano per poche ore divertirsi senza pensieri e sentirsi al pari dei potenti: persino lo scemo del villaggio poteva indossare una corona!
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