Storie

Endometriosi: le cure adatte dopo una diagnosi precoce

Ancora oggi, per molte donne affette da endometriosi, la diagnosi e le relative cure arrivano in tempi lunghi

Fino a una ventina di anni fa, la salute della donna è stata minacciata da una malattia subdola alla quale in molti non hanno dato il giusto peso: l’endometriosi. Citata in testi medici antichissimi e individuata al microscopio da Karl von Rokitansky nel 1860, riceve il suo nome attuale agli inizi del Novecento. Nel corso dei millenni le donne affette da endometriosi sono state curate, nei casi più fortunati, con l’applicazione di sanguisughe o con le camicie di forza. Nei casi meno fortunati sono state uccise perché ritenute in possesso del demonio. Oggi, l’uso di strumentazione, come l’ecografo, dovrebbe essere di grande aiuto. Ciò nonostante, le donne affette da endometriosi subiscono ancora un retaggio antico che rende loro difficile arrivare a una diagnosi tempestiva e alle cure specifiche.

Endometriosi: come si arriva alla diagnosi e alle cure

L’endometriosi è la presenza di cellule di endometrio, tipiche della cavità uterina, al di fuori della loro sede naturale. Considerando un’alta capacità adesiva, queste cellule sono in grado di posizionarsi su diverse strutture dell’organismo arrecando loro un danno. In genere la presenza di queste cellule è attestata nella zona pelvica, ma non è escluso che possano andare a intaccare anche i nervi. La diagnosi di endometriosi giunge in genere in tempi lunghi nascondendosi dietro un sintomo, quello del dolore pelvico, considerato ancora la naturale sofferenza che una donna deve patire. Per fare chiarezza sull’argomento abbiamo consultato Jessica Fiorini, vicepresidente dell’A.P.E. Associazione Progetto Endometriosi, che unisce pazienti volontarie in tutta Italia.

Jessica Fiorini

Dottoressa Fiorini, il dolore addominale in concomitanza con l’inizio di un nuovo ciclo è un fenomeno fisiologico? Se sì, come facciamo a distinguere questo dolore dal dolore che preannuncia l’endometriosi?
Il dolore durante il ciclo mestruale può essere normale, purché non si tratti di un dolore che arriva ad essere invalidante, che impedisca di svolgere le normali attività quotidiane.
Un dolore che costringe ad assumere antidolorifici, che si manifesta anche lontano dai giorni del ciclo, deve essere un campanello di allarme.
 

Ci sono altri sintomi ai quali bisogna prestare attenzione?
L’endometriosi è una malattia subdola perché alcuni suoi sintomi vengono confusi con altre patologie, e in alcuni casi può essere addirittura asintomatica.
I sintomi che possono allarmare sono la diarrea alternata a stipsi durante i giorni del ciclo, i dolori durante l’ovulazione, stanchezza e affaticamento cronico, infertilità: spesso si riceve una diagnosi di endometriosi proprio a seguito di una gravidanza che non arriva.

Una volta rilevati questi segnali, a chi bisogna rivolgersi?
Quando si ha il sospetto di soffrire di endometriosi è fondamentale rivolgersi ad un medico o ad un centro specializzato nella patologia. Medici non esperti possono non riconoscerla e prolungare i tempi della diagnosi. Nei centri specializzati invece, grazie all’enorme esperienza e attraverso esami non invasivi, si può arrivare ad una diagnosi certa. 

L’endometriosi è una malattia che si può prevenire?
Ad oggi l’unica forma di prevenzione è l’informazione. Si stima che il ritardo diagnostico sia in media di circa 8 anni, questo perché è una patologia poco conosciuta dalle persone ma anche dai medici. Essere informati, conoscerla e conoscere i suoi sintomi, è un’arma a disposizione per una diagnosi precoce, la quale permette di ricevere tempestivamente le cure migliori per tenere la malattia sotto controllo ed evitare i gravi danni che, se non riconosciuta, può provocare.

Endometriosi e fertilità: quale nesso c’è tra loro?
Spesso si arriva ad una diagnosi di endometriosi proprio perché la gravidanza non arriva e, solo in quel momento, si scopre che la causa di infertilità è proprio l’endometriosi. Nel 30-35% delle donne con endometriosi si può verificare sterilità, tuttavia non è assolutamente escluso che una donna con endometriosi riesca ad avere una gravidanza. Fondamentale è diagnosticare 
la patologia in tempi rapidi e valutare con lo specialista il percorso migliore da intraprendere.  

Secondo gli ultimi dati del Ministero della Salute, in Italia sono almeno 3 milioni le donne affette da endometriosi. Vale a dire, in termini percentuali, il 10-15% delle donne in età riproduttiva e il 30-50% delle donne infertili. La maggiore incidenza si registra nella fascia d’età compresa tra i 25 e i 35 anni ma non mancano evidenze anche in età più basse.

Serena Bonvisio

Giornalista pubblicista, ha al suo attivo collaborazioni con diverse testate locali e nazionali, nonché esperienza di radio e ufficio stampa. Il web è come il primo amore... non si scorda mai.

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Serena Bonvisio

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