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FOCUS CANDIDATI: NAPOLI, SERGIO D’ANGELO. S. E. L.

Sinistra Ecologia Libertà è la componente di sinistra della coalizione che appoggia De Luca. Il suo capolista e il suo passaggio dal terzo.

Sinistra Ecologia Libertà è la componente di sinistra della coalizione che appoggia De Luca.
Il suo capolista e il suo passaggio dal terzo settotre alla vita politica attiva
 

Sergio D’Angelo, capolista di Sinistra Ecologia Libertà, da sempre impegnato nel sociale e nella finanza etica. Esperto di politiche sociali e di terzo settore,già presidente di LegaCoop Campania, è una delle figure più rappresentative della cooperazione sociale nazionale.

Lei si presenta come capolista indipendente con SEL, dopo anni nel 3°settore. Cosa l’ ha spinto a fare il passo di entrare direttamente in politica, e perché con SEL?
Mi occupo di 3° settore in Campania da più di 20 anni, e anche quando i problemi di cui ci siamo occupati erano circoscrivibili ad un solo individuo abbiamo ritenuto che fosse necessario intervenire su un contesto sociale più largo, considerando e trattando le politiche sociali come processi che in qualche modo si ponevano il problema così come ci si aspetterebbe dalla politica, vale a dire trovare risposte collettive a problemi individuali. In qualche modo quindi abbiamo assolto ad una funzione anche politica, addirittura in supplenza del ruolo che ci si attendeva dai partiti. Nella nostra esperienza di associazionismo, cooperative sociali, volontariato ci siamo resi conto che non si poteva più fare affidamento soltanto sulle nostre forze perché la vita degli individui dipende troppo dalla politica, che molto spesso non ha corrisposto alle nostre istanze con un impegno importante. Ci siamo posti il problema, quindi, del perché non prevedere un nostro impegno diretto nelle istituzioni, in continuità con le nostre esperienze. Con Sinistra Ecologia Libertà perché non è ancora un partito, è ancora un movimento che nasce sulla base di alcune esperienze di partito, e seppure questo possa essere un limite dal punto di vista organizzativo, al tempo stesso è anche un vantaggio perché ci sono gli spazi, l’agibilità e la possibilità di offrire contributi che possono essere recepiti, e poi perché l’esperienza di Vendola ci sembra molto fondata sul tema dei diritti e questo ci sembra contiguo alla nostra esperienza. Indipendente non perché intendiamo prendere le distanze ma perché intendiamo rivendicare un’autonomia dalla politica e dal partito, al quale partecipiamo dando il nostro contributo, segnalando non distanza ma un valore aggiunto. Mentre SEL da la disponibilità ad aprirsi a pezzi di società c’è un pezzo di società che, a sua volta, accantonando l’autoreferenzialità, dichiara la sua analoga disponibilità ad aprirsi a questa esperienza di sinistra che ci sembra moderna e con vocazioni di governo.

A qualche settimana dal voto la campagna elettorale sembra essere “in negativo”: i candidati spendono più tempo a ripetere che non saranno come l’amministrazione precedente più che a presentare programmi. C’è stato un fallimento della politica in Campania, e perché?
Intanto il fallimento è stato nazionale e ha causato diffidenza e disaffezione nei confronti della politica. Ovviamente quello che è accaduto nel resto del paese è accaduto anche in Campania dove ai problemi nazionali se ne sono sommati altri che hanno riguardato anche errori politici ed una non sempre adeguata qualità degli amministratori. Del resto abbiamo assistito a critiche dal centrodestra su come sono stati gestiti i fondi europei o la sanità dimenticando due cose: che temi come la sanità erano governati da uomini di De Mita e temi come i rifiuti erano governati da uomini di Mastella allora a sinistra. Ora entrambi sono nel centrodestra. Io credo che a destra abbiano davvero l’imbarazzo di spiegare come faranno a garantire una diversa sanità e una diversa gestione dei rifiuti. Certamente bisogna partire da un’autocritica: credo che la sinistra abbia accumulato tanti errori e tuttavia credo che vada anche segnalato ai cittadini il rischio di consegnare questa regioni nelle mani improbabili di chi si presenta come il nuovo del centrodestra, e questi sono i Mastella, De Mita, Pomicino, Di Donato quando va bene, altrimenti sono i Cosentino e i Conte e via dicendo. C’è il rischio di consegnare questa regione al centrodestra e insieme alla camorra. Allora come non partire da un’autocritica, ma gli errori che sono stati fatti in parte sono dovuti alla disponibilità a farsi ricattare da una parte della politica che ha sostenuto il precedente governo che ora è tutta dall’altro lato.Qual è il suo rapporto e quello della sua lista con De Luca e su cosa si basa l’alleanza?
Non voglio nascondere qualche riserva e perplessità che pure ho avuto quando De Luca è stato designato perché ho fatto fatica a condividere alcune sue posizioni del passato soprattuto su immigrazione e sicurezza e il suo modo di concepire le politiche sociali più sul terreno dell’ordine pubblico che su quello dell’accoglienza. Su questo credo che De Luca abbia fatto una scelta coraggiosa sottoscrivendo un accordo programmatico che lo impegna soprattutto su questi temi a posizioni che ci sembrano più vicine a quelle di sinistra e libertà e alle esperienze che io ho avuto in questi anni con il mio lavoro nel 3°settore. Nondimeno credo che debba essere sottolineato che De Luca ha provato e dimostrato di essere un buon amministratore, credo da lì si debba partire. Credo che fosse anche necessario uno scatto di responsabilità perché se si fosse trattato di un’alternativa tra inferno e purgatorio avrei scelto il purgatorio, e pur di contrastare la possibilità di consegnare questa regione al centrodestra e alla camorra credo che uno sforzo intelligente dovesse essere fatto. Ho condiviso la scelta di SEL che può dare un contributo per tenere la barra della coalizione più a sinistra e anche per assicurare un contributo sui temi che guardano all’emergenza sociale come a una priorità, perché non ci sarà possibilità di crescita e sviluppo credibile del territorio se non si parte da uno straordinario investimento di questo tipo.

Perché la sinistra invece rimane divisa?
Sono sconcertato e mi è difficile trovare una risposta. È evidente che quanto più sono grandi le difficoltà da affrontare, precario il quadro politico, con una destra così aggressiva, tanto più si tende a dividersi anziché ad unirsi. Ovviamente non ho condiviso la scelta della Federazione delle Sinistre perché ho creduto che occorresse assumersi la responsabilità all’interno della coalizione candidandosi ad un ruolo di sentinella, tanto più se ci si dovesse trovare all’opposizione. La Federazione delle Sinistre corre il rischio di non giocarla proprio questa partita, non avendo un ruolo né da oppositori né da governo.

Lorenzo Cicatiello

Gianni Tortoriello

Quattro decenni e più di vita dedicati al giornalismo, ma anche alla comunicazione tout-court, passando dalla carta stampata, alla televisione, al web. Una Laurea in Scienze Politiche alla Federico II, qualche anno d'insegnamento e qualche altro da formatore. Unica fede, il Napoli. Poche certezze, tanta passione e una consapevolezza: ciò che paga è solo l'impegno costante nel realizzare i propri progetti e, perché no, i sogni. Il villaggio globale di cristallo dell'informazione e della comunicazione è, purtroppo, divenuto il luogo dove conta solo 'spararla quanto più grossa possibile!' Il sensazionalismo e l'opinionismo hanno soppiantato la notizia. Io vorrei solo continuare a fare quello che mi hanno insegnato: raccontare i fatti.

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