Gentilezza è una parola che ha riscoperto un significato nuovo, o meglio una nuova importanza per la società. Per lungo tempo considerata una virtù, quindi un qualcosa di cui si è naturalmente dotati, per le nuove generazioni è una skill e, in quanto tale, un’abilità da apprendere. Nella giornata in cui tutto il mondo la celebra, riflettiamo sulle nuove prospettive che la gentilezza apre al mondo del lavoro e dell’economia.
La Giornata mondiale della gentilezza
Nel marzo del 1963, l’allora presidente dell’Università di Tokyo, Seiji Kaya, nel suo discorso di commiato agli studenti il giorno della laurea, pronunciò una frase destinata a ispirare intere generazioni: “Voglio che tutti voi siate coraggiosi nel praticare la ‘piccola gentilezza’, creando così un’ondata di gentilezza che un giorno investirà tutta la società giapponese”.
Le sue parole ebbero un tale impatto che ben presto nacque, sempre in Giappone, il Movimento Piccola Gentilezza. Con il suo slogan “Mettiamo in pratica tutta la gentilezza possibile affinché diventi la norma nella società”, il movimento si è diffuso in tutto il Paese e nel 1996 ha ispirato la nascita del Movimento mondiale per la Gentilezza. Tra le tante attività svolte per diffondere la cultura della gentilezza, il Movimento giapponese ha scelto il 13 novembre come Giornata per celebrarla.
Il nuovo significato della gentilezza
Cos’è la gentilezza e dove nasce? Tradizionalmente considerata una virtù, oggi, grazie agli studiosi, la definiamo un comportamento. Qual è la differenza? Che le virtù sono innate, i comportamenti si apprendono e con il dovuto lavoro possono diventare attitudini.
La gentilezza si manifesta attraverso piccoli gesti ma nasconde molto di più. Essere gentili significa ascoltare il prossimo, accogliere le sue necessità, interagire con generosità e umiltà. Un modo per riaffermare la nostra umanità in un contesto altamente tecnologizzato e incattivito. Un’attitudine molto apprezzata non solo in campo sociale ma anche lavorativo.
Non a caso, infatti, la gentilezza è diventata anche una soft skill molto richiesta. Praticare la gentilezza sul luogo di lavoro è stato accertato porti migliori risultati. Se questa visione si allargasse potremmo pensare a risultati positivi anche per la nostra economia?
L’Osservatorio Italiano della gentilezza e del comportamento
Alla domanda risponderà, con le sue ricerche, l’Osservatorio italiano della gentilezza e del comportamento. Recentemente nato per iniziativa del Movimento italiano per la gentilezza (Mig), ente no profit fondato nel 2001 e diretto dalla presidente Natalia Re, l’Osservatorio svilupperà, da organismo indipendente, progetti di ricerca multidisciplinari che avranno al loro centro il valore sociale, ambientale ed economico della gentilezza.
Tra i primi progetti in cantiere uno riguarderà la gentilezza come possibile fattore di aumento del Pil, un secondo affronterà, attraverso la pratica della gentilezza, la riabilitazione e il reinserimento dei detenuti.
Il grande obiettivo dell’Osservatorio, come spiegato dalla stessa Natalia Re, sarà quello di creare, attraverso la promozione della gentilezza, una società più giusta.
In copertina foto di reneebigelow da Pixabay