In un tempo in cui la cucina si fa sempre più raffinata e sperimentale, c’è un ritorno che profuma di verità, quello verso i piatti “poveri”, quelli che raccontano la fame, l’ingegno e la generosità delle nostre radici popolari.
A Napoli, uno dei simboli di questa rinascita è il soffritto napoletano, piatto dal carattere deciso che unisce la sapienza contadina all’autenticità di una tradizione rimasta viva solo nelle case più legate alla memoria.
Il soffritto nasce come ricetta di recupero, preparata con le frattaglie del maiale, più precisamente cuore, polmone, fegato, insaporite con salsa di pomodoro, spezie e un tocco di peperoncino. Un piatto robusto, profumato, reso ancora più intenso dall’uso dello strutto al posto dell’olio, una scelta dettata dalla povertà del tempo, oggi emblema di un gusto pieno e sincero. Come recitava il detto popolare, “del maiale non si butta via nulla” proprio da questa filosofia prende forma una pietanza che, col passare dei secoli, ha conquistato il rispetto anche dei palati più esigenti.
Sedersi a tavola davanti a un piatto di soffritto significa immergersi in una storia collettiva, quella dei vicoli napoletani, dei banchi dei macellai e delle cucine domestiche dove i profumi ricalcano ricorrenze e rituali familiari. La sua presenza nelle trattorie e nei mercati di paese racconta una Napoli meno stereotipata e più legata ai territori interni della Campania, dove la cucina conserva memoria e identità.
Ad Agerola, in particolare, la tradizione del soffritto è ancora praticata da maestri macellai che preparano le porzioni secondo metodi consolidati, lavorazione curata, spezie bilanciate e cotture lente che restituiscono una consistenza morbida e avvolgente. È da queste botteghe che il piatto trae la sua autenticità, e da qui che la sua fama si rinnova tra i frequentatori delle trattorie locali e i visitatori in cerca di sapori antichi.
Per chi desidera rivivere questa esperienza a casa, una soluzione accessibile è quella offerta dallo storico eCommerce IlMozzaRè: acquista il soffritto napoletano preparato dai macellai di Agerola e ricevilo direttamente a casa, pronto da scaldare e condividere con familiari e amici. Servito come zuppa con crostini di pane o usato come ricco condimento per la pasta, il soffritto restituisce la sensazione di un pasto comunitario, caloroso e senza fronzoli.
Più che un semplice piatto, il soffritto è un segno di identità, parla di adattamento, sobrietà e gusto popolare. La sua riscoperta nelle cucine contemporanee non è una moda effimera, ma un ritorno consapevole a pratiche che raccontano storie di lavoro, territorio e convivialità.
Foto di Kristina Snowasp: https://www.pexels.com/it-it/foto/persona-che-affetta-le-verdure-su-un-tagliere-di-legno-marrone-9986228/
























