In vista dell’annunciata offensiva della Coalizione anti-Isis in Iraq, migliaia di bambini con le loro famiglie stanno fuggendo dalle zone occupate dai miliziani, mettendo gravemente a rischio la propria vita.
Save the Children, l’Organizzazione dal 1919 dedicata a salvare la vita dei bambini in pericolo e a promuovere i loro diritti, esprime preoccupazione per l’evolversi della situazione e invita i leader riuniti oggi alla Conferenza dei donatori per l’Iraq a trovare un accordo urgente sui fondi per assicurare la protezione di bambini costretti a vivere in condizioni estreme da oltre due anni. I campi in cui i bambini hanno trovato rifugio sono ormai sovraffollati, intere famiglie dormono all’aperto e non hanno accesso all’acqua pulita.
Più di 30.000 persone sono fuggite dalle città di Mosul e Hawija negli ultimi mesi, spesso a piedi e sotto il fuoco, mentre altre centinaia di migliaia di uomini, donne e bambini potrebbero presto abbandonare le proprie case con l’aggravarsi della situazione.
“I fondi per finanziare gli interventi umanitari e di sviluppo in risposta alle molteplici crisi in Iraq sono stati finora insufficienti”, afferma Maurizio Crivellaro, Direttore di Save the Children in Iraq. “Ogni offensiva militare contro le aree occupate dall’Isis deve prevedere un passaggio sicuro per i civili e una corretta pianificazione degli interventi di aiuto alla popolazione. Il sistema è stato già messo a dura prova dall’emergenza in corso a Fallujah e le famiglie sfollate si trovano a vivere in condizioni inaccettabili, aggravate dalle altissime temperature estive. I delegati presenti oggi al meeting di Washington devono dare priorità assoluta al finanziamento degli interventi umanitari e alla protezione della popolazione, in modo da garantire i bisogni primari dei bambini in fuga dagli scontri, come cibo, alloggio, istruzione e assistenza sanitaria”, afferma Crivellaro.
Negli ultimi mesi sono stati numerosi gli incidenti che hanno colpito la popolazione civile in Iraq, con bambini rimasti uccisi dall’esplosione di ordigni improvvisati sul ciglio della strada e intere famiglie morte a causa della mancanza di cibo mentre cercavano la via della salvezza attraverso percorsi tortuosi. A Fallujah, civili in fuga dall’assedio sono rimasti intrappolati nel fuoco incrociato o sono annegati nel tentativo di attraversare il fiume Eufrate.
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