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Intelligenza artificiale e social media: cosa sta accadendo in Meta

Oggi sbirciamo in casa Meta per guardare agli ultimi sviluppi dell'intelligenza artificiale applicata ai social media

Cosa può accadere se intelligenza artificiale e social media si incontrano? Per tentare di rispondere a questa domanda possiamo seguire quello che sta accadendo in casa Meta. Mark Zuckerberg ha, infatti, annunciato di star lavorando a un modello linguistico di intelligenza artificiale sulla scia di GPT-4 ma più potente. Un lavoro che oltre a un impegno tecnico richiede molta cura sugli aspetti legali e sulla privacy. Cerchiamo di capirci di più.

Intelligenza artificiale e social media: i progetti di Meta

La notizia è stata lanciata dal Wall Street Journal: Meta sta potenziando la sua struttura per mettere in campo un nuovo modello linguistico di intelligenza artificiale. Il modello di riferimento è GPT-4 ma l’obiettivo è senza dubbio superarla. Se finora l’azienda di Menlo Park ha stretto una partnership con Microsoft in modo da consentire l’accesso alla piattaforma anche ai servizi Azure AI, per il prossimo futuro sembra che voglia sganciarsi dalla collaborazione con il gigante dell’informatica per iniziare a camminare con le proprie gambe. Zuckerberg, infatti, stia acquisendo un elevato numero di data center e acquistando un’enorme quantità di chip. La tipologia scelta è Nvidia H100 che è quella che si utilizza per l’addestramento dei sistemi AI.

In primavera, inoltre, sempre Meta ha annunciato di star lavorando a un nuovo chip personalizzato dal nome MTIA (Meta Training and Inference Accelerator). Questo chip promette addestrare i propri sistemi di intelligenza artificiale garantendo migliori prestazioni. I chip saranno a loro volta supportati da un data center di nuova generazione appositamente progettato.

L’intelligenza artificiale di Meta e i dati degli utenti?

Come sarà addestrata l’intelligenza artificiale di Meta? Secondo quanto annunciato dal patron Zuckerberg a inizio anno, le piattaforme gestite dal gruppo, Facebook, Instagram e WhatsApp, sono state integrate con alcune funzioni proprie dell’intelligenza artificiale. Questo vuol dire, in parole semplici, che le piattaforme si addestrano attraverso i dati esistenti al loro interno che altro non sono che i dati immessi dagli utenti, comprese le informazioni personali. Facile intuire come tutto questo vada a ledere quello che è il principio della privacy. Un problema che si ripropone puntuale ogni volta che i sistemi di intelligenza artificiale fanno un passo in avanti nel loro sviluppo.

Come proteggere i propri dati su Facebook

Per ovviare al problema privacy, si può chiedere a Meta una modifica nell’uso dei dati è accedere alla sezione “Controlla la tua attività fuori da Facebook” che consente di sapere, tra l’altro, quali contenuti personali sono utilizzati da Facebook.

Meta ha, inoltre, inserito nei suoi centri di assistenza “Diritti dell’interessato per l’IA generativa”, grazie al quale è possibile avanzare due richieste: la prima è quella di accedere ai dati di terzi utilizzati per lo sviluppo della sua AI, la seconda è cancellare le informazioni personali. A tale richiesta non c’è alcun seguito, alcuna conferma, pertanto non possiamo sapere se le informazioni che riguardano gli utenti siano davvero cancellate o meno.

In copertina foto di Gerd Altmann da Pixabay

Serena Bonvisio

Giornalista pubblicista, ha al suo attivo collaborazioni con diverse testate locali e nazionali, nonché esperienza di radio e ufficio stampa. Il web è come il primo amore... non si scorda mai.

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Serena Bonvisio

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