Per la maggior parte della storia umana, la gravidanza e il parto sono stati estremamente rischiosi: almeno una madre su 100 moriva per complicazioni legate alla gravidanza o al parto. Dal momento che una donna aveva in media quattro o cinque figli, il rischio di morire per cause materne si attestava almeno a 1 su 25. Questa era una realtà comune in tutto il mondo.
Progressi nella protezione delle donne e dei neonati
Fortunatamente, oggi le cose sono cambiate. Abbiamo compiuto enormi progressi non solo nella protezione dei neonati durante il parto e nelle prime fasi della loro vita, ma anche nella tutela della salute delle donne. Tuttavia, il lavoro non è ancora concluso. Persistono enormi disuguaglianze nei rischi legati alla gravidanza a livello globale. In Paesi come la Sierra Leone e il Kenya, le donne incinte hanno circa 100 volte più probabilità di morire durante la gravidanza o il parto rispetto a quelle in Paesi come Norvegia, Svezia o Germania.
Ma questo non deve essere così: colmare queste disparità potrebbe salvare centinaia di migliaia di vite ogni anno.
Tre scenari a confronto
Per illustrare meglio la situazione, abbiamo confrontato tre scenari.
1.Il mondo oggi: una situazione critica
Nel 2020 sono morte 286.000 donne per cause materne, una media di 784 decessi al giorno, ovvero una madre ogni due minuti.
2. Il passato: tassi altissimi di mortalità
Dati storici affidabili per Paesi come la Finlandia e la Svezia mostrano che, nel 1750, circa 900 donne morivano ogni 100.000 nati vivi. Se nel 2020 fossero stati presenti gli stessi tassi, ci sarebbero stati 1,2 milioni di decessi materni, dato il numero di 135 milioni di nascite quell’anno. Fortunatamente, la situazione è oggi molto migliorata.
3. Un futuro migliore è possibile
Alcuni Paesi registrano tassi di mortalità materna molto inferiori alla media globale. In Europa, nel 2020, il tasso era di soli 8 decessi ogni 100.000 nati vivi, circa 25 volte inferiore alla media globale. Se tutti i Paesi avessero raggiunto risultati simili, nel 2020 si sarebbero verificati solo 11.000 decessi materni, una frazione minima rispetto ai 286.000 effettivamente registrati.
Possibili progressi per il futuro
Garantire le migliori condizioni possibili per le donne di tutto il mondo potrebbe ridurre il bilancio globale delle vittime materne di 275.000 decessi all’anno.
Il grafico a barre intitolato “Potremmo salvare 275.000 donne dalla morte in gravidanza o parto se raggiungessimo bassi tassi di mortalità materna ovunque” mette a confronto tre scenari:
- Il mondo è orribile: 286.000 morti materne nel 2020.
- Il mondo è molto peggiore: una stima di 1,2 milioni di morti con tassi di mortalità materna simili a quelli del passato (900 per 100.000 nati vivi, come in Finlandia e Svezia nel 1750).
- Il mondo può essere molto migliore: 11.000 decessi se i tassi globali fossero pari a quelli dei Paesi con le migliori performance (8 per 100.000 nati vivi, come l’Europa nel 2020).

L’importanza di non accontentarsi
È fondamentale riconoscere che tutti e tre questi punti sono veri contemporaneamente. Il mio collega Max Roser ha trattato questo argomento in modo più dettagliato, utilizzando l’esempio della mortalità infantile. Osservare quanto fossero gravi le condizioni in passato dimostra che è possibile compiere enormi progressi nel miglioramento dei risultati sanitari. Sebbene questi progressi abbiano già salvato centinaia di migliaia di donne ogni anno, non dovremmo accontentarci della situazione attuale. Sappiamo che è possibile salvare molte altre vite. È inaccettabile che il rischio di gravidanza per alcune donne sia cento volte superiore a quello di altre, una disparità che dipende quasi interamente dal luogo in cui sono nate.