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Le proteste di Minneapolis per George Floyd

Lunedì 25 maggio, George Floyd, un uomo afroamericano, è stato ucciso da un agente di polizia. L'ennesimo episodio di razzismo ha scatenato un'ondata di protesta che da Minneapolis ha travolto anche New York, Denver e Chicago.

Si allargano le proteste, partite da Minneapolis, per la morte di George Floyd. Dalla cittadina nello stato del Minnesota, dove è avvenuto l’omicidio, i cortei e le manifestazioni sono arrivate a Denver, New York, Chicago. Derek Chauvin, l’agente responsabile della morte del buttafuori afroamericano, è stato arrestato mentre l’Alto Commissario per i Diritti Umani Michelle Bachelet denuncia la troppa frequenza degli episodi di razzismo in America.

Da Minneapolis le proteste per la morte di George Floyd

Minneapolis burning. Minneapolis brucia al grido “No Justice, No Peace”: senza giustizia non c’è pace. La morte di George Floyd ha scatenato un’ondata di protesta tra gli afroamericani che ben presto si è trasformata in vera e propria guerriglia urbana. Le forze dell’ordine hanno lanciato lacrimogeni e sparato proiettili di gomma. I manifestanti hanno iniziato a lanciare sassi contro vetrine e auto della polizia. Brucia il commissariato di polizia dove svolge il suo servizio Derek Chauvin, l’agente che ha ucciso George soffocandolo con un ginocchio. Chauvin è noto, tra l’altro, per altri gesti di razzismo e violenza consumati nelle ore di servizio. Ieri è stato arrestato con l’accusa di omicidio colposo.

Cos’è accaduto

La sera di lunedì 25 maggio, a Minneapolis, nello stato del Minnesota, una pattuglia di polizia raccoglie la segnalazione riguardo a un uomo sospetto che aveva mostrato un documento falso in un supermercato. Identificato il soggetto, George Floyd, all’interno di un’auto, gli viene intimato di scendere ma questi, apparentemente sotto l’influenza di sostanze stupefacenti, avrebbe opposto resistenza. Uno degli agenti, quindi, lo ha bloccato a terra e ammanettato. Ha fatto anche di più. Per tenerlo fermo gli ha premuto un ginocchio sul collo fino a soffocarlo.

Dei passanti, che hanno filmato l’accaduto, gli hanno intimato di liberare il collo; lo stesso George si lamentava: “Per favore, non respiro. Mi fa male lo stomaco. Mi fa male il collo. Mi fa male tutto. Mi stanno uccidendo”. Il poliziotto, però, non ha voluto mollare la presa. Sette interminabili minuti al termine dei quali George ha perso i sensi. È stata chiamata un’ambulanza ma non è servita a nulla.

L’America razzista

Chi era George Floyd? Di lui sappiamo che aveva 46 anni. Faceva il buttafuori in un locale e da quando questo aveva chiuso era rimasto senza lavoro. George Floyd, però, era soprattutto un nero in un Paese in cui gli episodi di razzismo da parte della polizia contro le persone di colore sono una terribile costante. “Sono sgomenta di dover aggiungere il nome di George Floyd a quello di Breonna Taylor, Eric Garner, Michael Brown e molti altri” ha dichiarato l’Alto Commissario per i diritti umani Michelle Bachelet che ha chiesto all’amministrazione Trump di fare giustizia su quanto accaduto. Lo ha chiesto al Paese di Martin Luther King, di Malcom X e del movimento Black Lives Matter. Lo ha chiesto a quello stesso Paese che per otto anni ha avuto alla sua guida un presidente afroamericano.

Serena Bonvisio

Giornalista pubblicista, ha al suo attivo collaborazioni con diverse testate locali e nazionali, nonché esperienza di radio e ufficio stampa. Il web è come il primo amore... non si scorda mai.

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Serena Bonvisio

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