L’idea delle “Little Free Library” venne all’americano Todd Bol, il quale nel 2009 fondò la prima di queste librerie-on-a-stick. Le diede la forma di casetta per gli uccelli, usando il legno dalla sua vecchia porta del garage. Una specie di “book crossing”: la gente prende un libro, si siede comodamente, legge e poi lo ripone nella cassetta. E sempre più spesso, le famiglie organizzano pic-nic nei parchi vicino a queste piccole librerie, in modo che i bambini “familiarizzino” con i libri. Un’azione socio-culturale che in tempi dove si legge sempre di meno, è un’azione da elogiare.
Ad oggi, sono numerose quelle sparse per il mondo, circa 75.000 librerie gratuite in 88 paesi: quello che è iniziato come un progetto di cortile è esploso in un fenomeno globale.In Italia, grazie ad una insegnante, Giovanna Iorio, nel giugno 2012, nel parco dell’Inviolatella Borghese, nel quartiere di Vigna Clara, a Roma, fu installata la prima “Little Free Library”. In una intervista a «ilLibraio.it», a cura di Rocco Gerace, ha spiegato il perché si è spinta a realizzare una piccola libreria pubblica: «Trovare dei libri in un parco urbano è un po’ come vedere un’oasi. Mi piaceva l’idea di cambiare il paesaggio. E il paesaggio cambia le persone, le trasforma. A Roma non c’era questa possibilità e io vivo qui. L’ho fatto anche per me, naturalmente […] la gente prende e porta libri, si siede a leggere […] Una piccola oasi in mezzo al caos».
Insomma, leggere è importante, e se si può farlo gratuitamente, ancora meglio.