Dalla cortesia alla connessione: il valore sociale del sorriso dentro a mille volti diversi. Fine o inizio di un processo relazionale?
Nella mia ricerca di tracce di umanità, mi sono chiesta se ci fosse un segnale, un indicatore che mi potesse farne riconoscere la presenza. Ad occhio senza troppi tratteggi o studi di chissà quale levatura. Occorre semplificare per vivere in serenità!
Scrutando nella pergamena scoperta, (ricordi?), ho visto che c’era una indicazione e l’ho seguita: un sorriso è uno strumento potentissimo. Vuoi vedere che qui dentro si cela un mistero?
Un sorriso può aprire una porta
Prima ancora che vengano dette le parole. È la prima stretta di mano tra volti sconosciuti, il ponte invisibile tra due estranei, la maschera gentile che indossiamo per sopravvivere in mezzo agli altri. In mezzo a mille volti sconosciuti. Ma cosa si nasconde davvero dietro un sorriso? Non tutti sono sinceri, e non tutti hanno lo stesso significato. Alcuni accolgono, altri proteggono, altri ancora ingannano.
In un mondo che corre veloce e comunica con faccine digitali, il sorriso resta uno dei gesti più potenti e ambigui del nostro repertorio umano. Su queste nuove tracce e tratti, scopriremo quanti volti può davvero avere un sorriso, e perché imparare a leggerli è più importante che mai.
Il gesto più semplice che attraversa continenti
Culture, generazioni che si possono incontrare. Un movimento silenzioso, ma potentissimo.
Che sia timido, radioso, cortese o strategico, ogni sorriso racconta qualcosa. È un’espressione tanto comune quanto complessa, capace di unire gli esseri umani, comunicare emozioni e rafforzare relazioni.
In questa nuova indagine esploreremo il sorriso non solo come espressione emotiva e come strumento sociale, lo vedremo come conclusione di un processo “tecnologico” ben preciso: la soddisfazione, l’ottenimento.
Senza escludere tutte le sue molteplici forme e funzioni, dalla semplice cortesia quotidiana alla creazione di connessioni, grazie al punto di vista di Stika, cercherò di farti accorgere di quale di queste molte forme è quella che ti indica che “qualcosa di buono” è accaduto, per orientarci nei mille volti in cui il sorriso si manifesta.

Ho sempre pensato che il sorriso sia “un’arma disarmante.
Ha quel non so che di divino… intendiamoci non di- vino nel senso che ci rende tutti più felici, ma mi riferisco a quell’effetto subliminale che ti spiazza, anche quando hai le peggiori delle intenzioni e allora ti penti all’istante, fai i tuoi cinque minuti di vergogna, ti ricomponi e rispondi al sorriso. Allora potrei aggiungere che è contagioso, e sì… il sorriso è proprio contagioso.
Penso che esista un antico patto tra due entità complementari, forse gemellari, che abbiano inventato il sorriso. E come in tutte le favole che si rispettino, anche in quelle partorite dalla mia mente instabile, vi è un cattivo e un buono. Fatto sta che queste entità, a un certo punto, e sinceramente non saprei dire quando, decidono di regalare il sorriso agli umani, ma mentre la parte buona intende donare luce e verità, la parte cattiva, neanche a dirlo, ripiega sull’inganno e l’oscurità. Di certo non si amano, ma è anche vero che nemmeno si odiano, perché sanno di non poter esistere l’una senza l’altra, perché nella loro diversità sono due metà della stessa essenza.
Mentre l’entità buona sapeva donare purezza e verità, illuminando i volti degli innocenti e accendendo la speranza nei cuori disillusi, tristi e ammalati. L’abilità dell’entità cattiva era quella di saper confondere e spacciarsi per quella buona, d’altronde erano uguali come due gocce d’acqua, allora profondeva ambiguità e inganno, ammaliando abilmente e consolando falsamente i malcapitati.
Le due entità gemelle evitavano di incontrarsi, in fondo si temevano, ma un bel giorno, come succede anche nelle migliori famiglie, arrivarono allo scontro… i loro sguardi si incrociarono e nacque il compromesso. E non compro- messo, nel senso che hanno comprato qualcosa per metterla da qualche parte, ma un compromesso vero e proprio.
«Il sorriso del compromesso che non è del tutto sincero, è vero, ma a volte è fondamentale per superare i momenti bui e per poter andare avanti. Il sorriso del compromesso che dà una speranza imperfetta, ma necessaria. Un sorriso del compromesso che, ricomponendo e incollando i pezzi di cuore, sfoderi con tutta la forza in corpo che ti rimane, per regalare un attimo di innocente felicità» prosegue Stika
Un solo sorriso nei mille volti è “sigillo” di sane interazioni
Leggendo attentamente la pergamena trovata nello scrigno ho scoperto che esiste però un solo sorriso che indica la presenza di umanità vera, è questo il segnale semplice per riconoscerne la presenza che stava cercando! Questa tipologia di sorriso non può essere forzato. Non è frutto di attività macchinosa mentale. “Accade” da solo se, tutti i pezzi sono al giusto posto e ciò che si sta facendo genera un progresso reale: sto davvero crescendo e portando valore aggiunto a me e intorno a me. Sono nel posto giusto nel momento giusto e con le persone giuste per me. Bello no?!
Tutti gli altri sorrisi esistono, ma solo uno dunque è quello che indica che la via è giusta: quello che accade in modo naturale, la bocca si muove senza pensare, gli occhi brillano e i muscoli del viso sono tutti protesi in alto come fossero ballerini pronti a seguire la musica che si è generata. Accade senza sforzo, è la conclusione naturale di qualcosa che sta funzionando: IL PROCESSO DELL’ASCOLTO. E ci si sente subito bene senza sapere il perché!!!
Capito? Se anche sono mille i volti di un sorriso, e ti suggerisco di riconoscerli tutti, questo, questo che chiameremo tra noi, per riconoscerlo, il “soddisfattometro“, questo deve essere da oggi in poi il segnale da seguire. Per stare davvero bene ed essere certi che si sta seguendo un “processo tecnologico” giusto per rimanere umani. Le tecnologie avute in dote per esserlo, umani, stanno funzionando bene e si sta progredendo.
In un mondo affamato di connessioni autentiche, il sorriso resta dunque il gesto silenzioso capace di dire tutto (o di nascondere tutto).
Come scriveva Victor Hugo, “Il sorriso è il sole che scaccia l’inverno dal volto umano.” Ma sta a noi imparare a distinguere il calore vero da un semplice raggio riflesso. Perché dietro ogni sorriso c’è una storia, a volte, ascoltarla è l’atto più umano che possiamo fare.
Per scoprire come si fa tutto questo, non ti rimane che seguirmi nella prossima indagine. Entrerai con me dentro a queste tecnologie umane ed insieme costruiremo il Mondo che non c’è ancora che, tratto dopo tratto, si farà sempre più evidente e realizzabile.
Nel frattempo, mi trovi anche sui miei social, potrai scoprire tutte le attività dell’iniziativa M.A.T.A. e potrai anche interagire con me. Scopriremo insieme come si riconoscere il SORRISO che fa riconoscere la presenza di umanità.
note: le conoscenze contenute in questo articolo fanno riferimento alla ricerca ventennale di MLBsystem®

Per questo articolo si ringrazia la partecipazione della Dott.ssa Angela Formaro, che ha ispirato la nascita di Stika, personaggio dedito alla contro narrazione. Seguiranno sorprese in proposito
Dott.ssa in scienze politiche e scienze economiche, operatrice delle forze dell’ordine, scrittrice. Impegnata nella tutela dei diritti umani in collaborazione con diverse associazioni, dedica molto del suo tempo alla sensibilizzazione e informazione nelle scuole su temi come: la violenza di genere, inclusività.
Ti consiglio la lettura del suo romanzo
