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Novecento

Al Centro Culturale di Milano apre dal 27 settembre al 24 novembre 2018 un’importante rassegna dedicata al pittore Achille Funi (Ferrara 1890-Appiano Gentile 1972), curata dall’Archivio Funi, evento che si pone in dialogo con il programma di esposizioni milanesi dedicate al clima artistico e agli autori del Novecento Italiano, promosso dal Comune di Milano.

A quasi un decennio dall’ultima mostra retrospettiva dedicata a Achille Funi, la mostra odierna, aperta con il Patrocinio della Regione Lombardia e del Comune di Milano, propone accanto a un nucleo di opere storiche del maestro ferrarese, una serie di ritrovamenti e di inediti.

L’esposizione apre con una prima sezione di trenta dipinti di Funi articolati a partire dagli esordi futuristi, attraverso la specifica qualità plastica dell’avanguardismo funiano, fino alla moderna classicità del “Novecento” sarfattiano, di cui il ferrarese è stato tra i fondatori con Mario Sironi, parabola seguita dal recupero di un più sensibile umanesimo e di un misurato naturalismo, sopravvenuto dopo il 1925.

La seconda sezione accoglie i sei compagni del gruppo originario del “Novecento” milanese, da Mario Sironi a Anselmo Bucci, Piero Marussig, Leonardo Dudreville, Ubaldo Oppi, Gian Emilio Malerba, accostati a opere di Carlo Carrà, Arturo Tosi, Alberto Salietti, Pompeo Borra, Raffaele de Grada, amici e sodali di Funi nell’avventura novecentista.

La sezione funiana raccoglie dipinti realizzati tra il 1911 e il 1940 e propone la presenza, accanto a noti capolavori del maestro ferrarese, come Giovinetta (Margherita) 1913, Marinetti. Lussuria Velocità 1914-1920, Autoritratto con brocca blu 1920, Una persona e due età 1924, alcuni inediti recuperati attraverso la catalogazione di archivio, tra cui un “novotendente” Paesaggio 1912, un boccioniano Motociclista 1914, una secessionistica veduta dal titolo Valdoltra 1919, una belliniana Imago Pietatis 1920, la drammatica Apocalisse 1930, oltre ad una serie di opere ritrovate dopo decenni di assenza dai circuiti espositivi, tra cui il cézanniano Il pasto 1914, il neorinascimentale La figura e la finestra 1924, un neopompeiano Nudo 1929, un insolito e programmatico Studio del pittore 1939 realizzato nel periodo di permanenza a Tripoli.

Uno spolvero e il correlato cartone a pastelli colorati, inediti databili al 1936 e preparatori per il ciclo di affreschi compiuti nella Chiesa di San Francesco a Tripoli, completano la sezione dedicata a Funi.

Le opere dei compagni pittori del “Novecento” rappresentano alcuni tra i loro capolavori realizzati negli anni venti, taluni assenti dalle esposizioni da più di un cinquantennio, com’è il caso del maestoso Odeon 1919-1920 di Anselmo Bucci, della smaltata, neorinascimentale Ciociara 1925 di Alberto Salietti, esposta alla Permanente di Milano nel 1926 e poi dispersa, e della tavola dal titolo Verso Como 1928 di Pompeo Borra, presentata alla milanese Galleria Bardi nel ’28 e mai più rivista. Tra i dipinti storici più noti, il celebre Femmina volgo 1920 di Gian Emilio Malerba, Le Amazzoni 1924 di Ubaldo Oppi, lo scultoreo Nudo allo specchio 1923 di Mario Sironi e l’incantato Mulino delle castagne 1925 di Carlo Carrà.

Accompagna l’esposizione il catalogo Editoriale Giorgio Mondadori, curato da Nicoletta Colombo e Serena Redaelli, arricchito da approfondimenti di studio sul magistero e sulla “bottega” funiani e sull’attività degli artisti italiani in Libia tra il 1934 e il 1940. Gli interventi si presentano corredati dalla documentazione fotografica emersa nel corso della ricerca. Completano il catalogo un sintetico elenco di dipinti inediti pervenuti all’Archivio, realizzati da Funi tra il 1911 e il 1940, e gli apparati (schede tecniche delle opere esposte, biografia e bibliografia relative a Funi e biografie degli autori rappresentati in mostra).

Gianfilippo Neri

Non è il caso di spendere tante parole per descrivermi, un solo aggettivo: passione. Per quello che faccio, per come lo faccio. La scrittura giornalistica è su tutto quello che più mi appassiona, appunto. Per il resto: Napoli, il Napoli un po' di buona cucina e ... non mettiamo limiti, ci conosceremo un po' per volta.

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