Specchi & Doppi

Riflessioni sulla violenza sulle donne

Solo attraverso un impegno collettivo possiamo sperare di debellare questo dramma sociale

Riflessioni sulla violenza sulle donne, possibili al di là dell’ondata emotiva che si sprigiona ad fatto nuovo ?

La violenza sulle donne è un dramma sociale che continua a dilagare nel terzo millennio, gettando un’ombra oscura sulla nostra società progressista. Nonostante i progressi compiuti negli ultimi decenni per promuovere l’uguaglianza di genere e proteggere i diritti delle donne, l’incidenza della violenza domestica, dello stupro, dell’abuso sessuale e di altre forme di maltrattamenti rimane allarmante.

La violenza sulle donne rappresenta una negazione dei diritti umani fondamentali e una violazione dell’integrità personale. Le donne di ogni etnia, classe sociale e contesto geografico sono soggette a questa forma di violenza, che non fa distinzioni. È un problema radicato nella società, alimentato da una combinazione di fattori culturali, socio-economici e psicologici.

Le donne vittime di violenza spesso si trovano in una situazione di indigenza, circondate da un velo di paura e di silenzio. Molte di loro esitano a denunciare gli abusi subiti per timore di ritorsioni o di non essere credute. Il senso di vergogna e la dipendenza economica o emotiva dall’aggressore possono rendere ancora più difficile per le donne cercare aiuto e liberarsi da questa trappola insidiosa.

Riflessioni sulla violenza sulle donne: tutti dobbiamo impegnarci

La violenza sulle donne ha conseguenze devastanti, sia per le vittime dirette che per l’intera società. Le donne che subiscono abusi spesso soffrono di traumi fisici e psicologici a lungo termine.

Per affrontare la violenza sulle donne come dramma sociale del terzo millennio, è necessario un approccio multidimensionale. È fondamentale educare e sensibilizzare le persone su questa problematica, promuovendo il rispetto reciproco e l’uguaglianza di genere sin dall’infanzia. Inoltre, le leggi e i sistemi giudiziari devono essere rafforzati per garantire una protezione adeguata alle vittime e punire severamente gli aggressori.

Solo attraverso un impegno collettivo, che coinvolga istituzioni, organizzazioni non governative, educatori, famiglie e individui, possiamo sperare di debellare questo dramma sociale che ha colpito le donne per troppo tempo. È il momento di creare una società in cui le donne siano libere di vivere senza paura e di realizzare appieno il proprio potenziale.

Intervista a cura di Serena Bonvisio

Gianni Tortoriello

Quattro decenni e più di vita dedicati al giornalismo, ma anche alla comunicazione tout-court, passando dalla carta stampata, alla televisione, al web. Una Laurea in Scienze Politiche alla Federico II, qualche anno d'insegnamento e qualche altro da formatore. Unica fede, il Napoli. Poche certezze, tanta passione e una consapevolezza: ciò che paga è solo l'impegno costante nel realizzare i propri progetti e, perché no, i sogni. Il villaggio globale di cristallo dell'informazione e della comunicazione è, purtroppo, divenuto il luogo dove conta solo 'spararla quanto più grossa possibile!' Il sensazionalismo e l'opinionismo hanno soppiantato la notizia. Io vorrei solo continuare a fare quello che mi hanno insegnato: raccontare i fatti.

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