“Salvare lo stabilimento Whirpool di Napoli“, è questo uno degli slogan più usati dagli operari dello stabilimento partenopeo che in data 31 ottobre non avranno più un lavoro causa chiusura dello stesso stabilimento di produzione. Una battaglia che imperversa da anni e manca poco al giorno “X” eppure ancora nulla è stato fatto per il futuro dei dipendenti che chiedono a gran voce la non chiusura.
“Salvare lo stabilimento Whirpool di Napoli”, storia di uno stabilimento sul filo del rasoio
Quella dello stabilimento napoletano è una storia tormentata, sono anni che la proprietà minaccia la chiusura nonostante i cospicui sostegni pubblici ricevuti dallo Stato Italiano. Nell’ottobre 2018, Whirlpool aveva firmato un’intesa che prevedeva da un lato la cassa integrazione e dall’altro il rilancio degli stabilimenti italiani con il rientro di alcune produzioni trasferitesi in Polonia. Negli scorsi anni si era palesato anche un compratore, la svizzera Passive Refrigeration Solution, il cui piano di rilancio appariva vago. Oltre a ciò, la Whirlpool non si era comportata in maniera troppo trasparente in quell’occasione.
La sentenza e la data di chiusura
Si arriva all’infausto annuncio: lo stabilimento chiuderà i battenti nella giornata del 31 ottobre. Scatta la fortissima protesta dei dipendenti ma nulla da fare, per ora, visto che viene confermata la sentenza data a fine luglio: il 31 ottobre lo stabilimento Whirlpool di Napoli chiuderà. I lavoratori della fabbrica sono circa 350, che raddoppiano se si considera anche l’indotto. Nonostante le riunioni tra azienda e ministero del lavoro, gli appelli dei sindaci, i numerosi scoperi e le forti proteste tutto sembra non avere effetto e la chiusura è fissata per il 31 ottobre.
Chi è con i dipendenti Whirpool?
Tra le proteste, si leva la voce dello stesso sindaco di Napoli, Luigi de Magistris: “Chiudere Whirpool in questo periodo di recrudescenza della diffusione del contagio e in piena esplosione della pandemia sociale ed economica è un atto che la città di Napoli e il Paese non possono accettare. Il Governo eviti subito questa sciagura che rappresenterebbe, soprattutto in questo momento, un colpo micidiale per migliaia di persone. Whirpool non si tocca!”
Oltre al sindaco partenopeo si sono molto esposti soprattutto il ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli e il ministro per il Sud e la coesione territoriale, Giuseppe Provenzano sopracitati e, tra i sindacati, Fiom-Cigl.