Specchi & Doppi

Ucraina – Russia i venti di guerra non calano

Attenzione a non fare l'errore di concentrare tutta la nostra attenzione sul fronte Ucraino e perdere di vista il fronte vero del Donbass

Ancora tuona il cannone
Ancora non è contento
Di sangue la belva umana
E ancora ci porta il vento


Auschwitz – Francesco Guccini

Ucraina – Russia, i venti di guerra non calano, assumono traiettorie strane e arrivano da varie direzioni: ora da est, ora da ovest, da sud. La contrapposizione Russia – NATO non è affatto risolta. Si acuisce, a momenti, e lascia sempre quella porta aperta a soluzioni niente affatto auspicabili.

Il conflitto in quella parte d’Europa che va verso oriente, come già tante volte ricordato ma mai abbastanza, non nasce oggi e affonda le radici nella notte dei tempi. La galassia sovietica che aveva incorporato tutto dalla Siberia al Baltico. Aveva inglobato tutti i localismi che scioglieva nel centralismo esasperato dello Stato onnisciente e il dissenso non aveva patria li.

Con lo scioglimento del colosso, artificiale se vogliamo, il disgregamento nelle vecchie unità nazionali ha creato fin da subito non poche problematiche e il ‘caso Ucraina‘ è solo uno dei nodi territoriali mai sciolti. Le due autoproclamate Repubbliche Popolari del Donbass, filo russe, sono terreno di scontri da guerra a bassa intensità ormai da quasi otto anni e che noi ci si accorga solo ora di ciò è strano.

Ucraina, Russia e i venti guerra su cui soffia la NATO

Il ruolo della NATO, che vede nell’Ucraina un ponte verso est cui sta lavorando da tempo per un suo allargamento in quella zona, purtroppo è molto opaco e non aiuta molto a comprendere la strategicità delle scelte che sono state effettuate a livello atlantico in una zona ad altissima instabilità preordinata.

Certo, questo discorso sembra anacronistico, sembra essere tornati a metà degli anni ’50 in piena Guerra Fredda quando le due superpotenze si confrontavano a livello mondiale e ogni pretesto era buono per iniziare una prova di forza per il predominio.

Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata tanta, sono cambiati gli attori, l’URSS non esiste più e lo spauracchio del comunismo è non solo datato ma oggi praticamente improponibile in quei termini: i russi non mangiano più i bambini e sono diventati vegetariani o addirittura vegani!

Ucraina, Russia e i venti guerra, sperando che il vento non diventi pioggia

A noi, miseri spettatori, di questa recrudescenza guerresca non resta che sperare che i venti non portino piogge, anche perché pioverebbero bombe e missili e dopo non crediamo che ci sarà né occasione né molto da raccontare se non l’ennesimo eccidio dell’uomo sull’uomo.

Bene fa a far sentire la sua voce Papa Francesco contro tutti i conflitti e con i suoi discorsi anche domenicale è molto importante che sottolinei sempre tutto questo. La sua voce autorevole, forse non smuove le diplomazie e non arriva all’orecchio di chi decide se pigiare il bottone rosso o no ma è fondamentale per non fare assopire le coscienze individuali.

Il lavoro febbrile che traspare dai resoconti diplomatici e giornalistici è davvero imponente ma finora la montagna non ha partorito nemmeno un piccolissimo topolino. Niente. E’ iniziato il gioco della propaganda – da un lato e dall’altro, ovviamente – è questi eserciti oggi fanno un passo avanti, domani uno indietro e dopodomani tre di lato.

Il Donbass è la chiave di volta ma l’Europa che fa?

Attenzione a non fare l’errore di concentrare tutta la nostra attenzione sul fronte Ucraino e perdere di vista il fronte vero del Donbass. E’ lì la chiave di volta di tutto il conflitto. Proprio lì si sta svolgendo la guerra in scala ridotta che poi potrebbe divampare in un attimo in tutto il Paese.

Per ora è tutto tatticismo quello che stiamo vedendo, o che ci fanno vedere oppure che noi stessi vogliamo vedere. Però, c’è di più e lo sappiamo; facciamo finta di non sapere e attendiamo ma sappiamo benissimo che gli interessi economici in ballo sono enormi. E’ la guerra dell’energia, delle fonti energetiche che ancora sono vitali per tutti.

Si, ma l’Europa? finora non pervenuta se non in singoli atti con cui appoggia l’Ucraina e sanziona la Russia ma veramente un’azione molto di facciata che stenta a far valere il peso che l’U.E. potrebbe avere e dovrebbe avere senza se e senza ma.

Però, il gas è pericoloso, s’insinua dappertutto e basta una piccola scintilla per farlo deflagrare e proprio lì, guarda caso, di gas ce n’è davvero tanto, purtroppo.

Gianni Tortoriello

Quattro decenni e più di vita dedicati al giornalismo, ma anche alla comunicazione tout-court, passando dalla carta stampata, alla televisione, al web. Una Laurea in Scienze Politiche alla Federico II, qualche anno d'insegnamento e qualche altro da formatore. Unica fede, il Napoli. Poche certezze, tanta passione e una consapevolezza: ciò che paga è solo l'impegno costante nel realizzare i propri progetti e, perché no, i sogni. Il villaggio globale di cristallo dell'informazione e della comunicazione è, purtroppo, divenuto il luogo dove conta solo 'spararla quanto più grossa possibile!' Il sensazionalismo e l'opinionismo hanno soppiantato la notizia. Io vorrei solo continuare a fare quello che mi hanno insegnato: raccontare i fatti.

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