Categorie: Culture

Coto Doñana, sito Unesco in pericolo

Coto Doñana, l’area umida spagnola che ospita ogni anno 6 milioni di uccelli migratori, sta per diventare il primo sito dell’Unione Europea inserito nella lista del Patrimonio mondiale dell’Umanità Unesco a rischio. Scade infatti oggi l’ultimatum posto dalla stessa Unesco alla Spagna, che dovrà dimostrare con i fatti che Coto Doñana non merita di entrare nella “black list”.

Secondo una valutazione del WWF, il governo del paese non è riuscito a cancellare il distruttivo dragaggio del fiume Guadalquivir, vera e propria spina dorsale del Parco Nazionale di Doñana, come richiesto dal Comitato del Patrimonio Mondiale dell’Unesco. Lo stesso comitato ha invitato il governo spagnolo a rinunciare al progetto e anche a futuri piani di approfondimento che riguardano il Guadalquivir, o Doñana si troverebbe ad affrontare la vergogna di essere inserita nello status di “endangered”, in pericolo.

Il governo, inoltre, non ha affrontato nessuna delle altri principali minacce che insistono per quest’area dalla straordinaria biodiversità, compreso l’uso insostenibile e illegale della risorsa idrica in agricoltura, l’estrazione mineraria e le operazioni legate al gas naturale. Il governo della regione spagnola dell’Andalusia, dove si trova Doñana, ha fatto davvero troppo poco per diminuire questi impatti, accusa il WWF.

“Per troppo tempo la scienza e le autorità spagnole hanno ignorato gli obblighi dei trattati internazionali. Il governo spagnolo ha disatteso le normative UE e ignorato le rischieste dell’opinione pubblica”, ha dettoJuan Carlos del Olmo, Direttore generale del WWF-Spagna. “Il governo spagnolo ha avuto tutto il tempo per agire, ora il suo tempo è scaduto. Il Comitato del Patrimonio Mondiale dell’Unesco avrebbe tutti i motivi per iscrivere Doñana nella Lista del patrimonio mondiale in pericolo “.

Il WWF stima la presenza di oltre 1.000 pozzi autorizzati, 1.700 impianti di irrigazione e 3.000 ettari di allevamenti illegali che stanno rubando l’acqua di Doñana. Oltre a seccarsi, la zona umida sta diventando sempre più inquinata e infestata da specie invasive di piante e pesci. In questa situazione le popolazioni di uccelli rari e di altri animali protetti sono in declino. Il WWF è preoccupato anche per i piani di una società messicana che vorrebbe riaprire una vecchia miniera che nel 1998 causò un incidente gravissimo, con migliaia di pesci morti, e per la cui bonifica furono necessari 380 milioni di Euro.

Gianfilippo Neri

Non è il caso di spendere tante parole per descrivermi, un solo aggettivo: passione. Per quello che faccio, per come lo faccio. La scrittura giornalistica è su tutto quello che più mi appassiona, appunto. Per il resto: Napoli, il Napoli un po' di buona cucina e ... non mettiamo limiti, ci conosceremo un po' per volta.

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