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Farmaci epatite C e Regione Toscana

Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, ha fatto sapere di avere inviato una denuncia alla Procura della Repubblica e all’Antitrust contro alcune aziende farmaceutiche perche’ non hanno partecipato (tranne una) a delle gare regionali per un farmaco in grado di curare l’epatite C. Un farmaco molto costoso in Italia e nel mondo, i cui limiti massimi posti dalla Regione, non sono sembrati interessanti per chi produce questo farmaco, e anche chi vi ha partecipato ha presentato condizioni economiche superiori facendo riferimento ai costi fissati dall’Aifa/Ministero Salute.

Alla base c’e’ quindi anche un diverso approccio economico e sociale della Regione Toscana rispetto al ministero. Immaginiamo che per entrambi economicamente convenga spendere per un farmaco che non continuare a tenersi questi malati senza curarli (e spendere non si sa quanto e fino a quando). Il ministero, visti i costi, fa delle graduatorie per chi puo’ essere curato o meno.

Per il presidente Rossi, invece, tutti i malati devono essere curati, e quindi il prezzo d’acquisto del farmaco deve essere piu’ abbordabile. Ed ecco quindi -intento nobile- la denuncia del presidente toscano alle autorita’ giudiziale e della concorrenza.

Intento nobile, ma a nostro avviso inutile in questi termini. Il presidente toscano, nelle denunce contro chi non ha partecipato alle gare o ha presentato offerte troppo alte, parla di “… omissione di cura, lesione all’integrita’ psico-fisica e alterazione anatomico-funzionale dei pazienti”. Vedremo i risultati di queste denunce. Ma abbiamo buone ragioni per credere che verranno archiviate.

A meno che i nostri giudici e i nostri guardiani della concorrenza e del mercato non decidano di stravolgere la nostra economia che, pur se non e’ proprio quella che si puo’ definire libera, comunque ci sembra che non costringa nessuno a mettere a disposizione del bene pubblico i frutti del proprio ingegno e della propria operosita’. E quindi? Il presidente Rossi si sara’ fatto avanti con un’iniziativa tra il disperato e la demagogia, e il problema rimane. Per chi e’ malato e per le finanze pubbliche che continuano a mantenere malati incurabili.

Che fare? In gioco ci sono le vite di milioni di persone in Italia e nel mondo (oltre 26.000 i casi noti in Toscana).  Per noi ci vorrebbe coraggio e determinazione, anche forzando le proprie funzioni istituzionali. Se questo farmaco in India, per esempio, costa solo 600 euro, perche’ non lo si acquista in quel Paese? Ok, facile a dirsi… quasi impossibile a farsi…: accordi commerciali, leggi nazionali e non, veti e contro-veti di brevetto e di mercato, costi della vita diversi, etc..

Redazione CinqueColonne

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