Categorie: Mondi

“FRANCO” FORTE

Per gli Svizzeri la Germania più conveniente di Italia e Francia. I cosmetici costano in Svizzera tra il 73 e l'80% in più che in Germania. La differenza con Italia e Francia è meno elevata.

In seguito all’abbandono della soglia minima di cambio franco-euro, i grandi distributori elvetici hanno abbassato i prezzi dei cosmetici e dei prodotti alimentari. Tuttavia la Svizzera rimane “un’isola dei prezzi elevati”. È quanto emerge dall’ultimo rilevamento dei prezzi pubblicato oggi dall’Alleanza dei consumatori che dal 2010, raggruppa le tre grandi associazioni del Paese: l’Associazione consumatrici e consumatori della Svizzera italiana (ACSI), la Fédération romande des consommateurs (FRC) e la Stiftung für Konsumentenschutz (SKS).

Così finisce un mito per i nostri transfrontalieri: il pieno carburante in Svizzera. Mentre per gli svizzeri continua ad esser conveniente far la spesa oltre confine.

In questo ultimo settore le differenze tra la Confederazione e i Paesi vicini restano considerevoli: tra la Svizzera tedesca e la Germania lo scarto è del 76%, tra la Romandia e la Francia dell’80% e tra la Svizzera italiana e l’Italia addirittura del 142%.

Inoltre, tra l’agosto del 2014 e l’aprile del 2015, le riviste vendute in Svizzera non hanno subito alcun calo dei prezzi, salvo nel Canton Ticino (-2,8% appunto), precisa l’Alleanza. In Romandia e nella Svizzera tedesca, le tariffe delle riviste sono persino aumentate rispettivamente dello 0,7% e dello 0,4%.

Nel periodo in rassegna, le grandi catene di vendita al dettaglio hanno invece abbassato i prezzi dei prodotti cosmetici provenienti dalla zona euro: -8,5% presso Migros, -6,5% presso Coop e -5,8% presso Manor. Nell’alimentare, i cali sono un po’ meno importanti: -5,1% nei negozi Denner, -3,7% in quelli Migros e -3,3% in quelli Coop.

Questa flessione dei prezzi non colma tuttavia gli scarti tra la Svizzera e i Paesi vicini. I cosmetici sono infatti tra il 73% e l’80% più cari sul suolo elvetico rispetto alla Germania, tra il 28% e il 35% più elevati rispetto all’Italia e alla Francia. Nel settore alimentare, la differenza è del 40% con la Francia e la Germania e del 15% con l’Italia.

Nell’abbigliamento, i consumatori pagano sempre il 46% di più rispetto agli Stati vicini. Da notare che quest’ultimo settore è maggiormente dipendente dal dollaro. E così gli svizzeri perseverano nell’abitudie di attraversare la frontiera per fare la spesa tanto che l’Alleanza dei consumatori ha sottolineato che “Tenuto conto delle differenze constatate, uno sforzo deve essere fatto per frenare il turismo degli acquisti”.

Per realizzare lo studio, sono stati paragonati i prezzi di vari prodotti venduti nei grandi magazzini a fine aprile/inizio maggio 2015, ovvero a 100 giorni dalla fine della soglia minima di cambio, con quelli dell’agosto 2014.

Redazione CinqueColonne

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