L’area idrotermale di Pisciarelli è un sito chiave per il monitoraggio dei Campi Flegrei e l’analisi del tremore sismico delle fumarole può dare informazioni sullo stato di attività della caldera. Questo è il risultato della ricerca Insight into Campi Flegrei caldera unrest through seismic tremor measurements at Pisciarelli fumarolic field condotta da un team di geofisici e geochimici dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), appena pubblicata sulla rivista “Geochemistry, Geophysics, Geosystems” dell’American Geophysical Union.
“I Campi Flegrei”, spiega Flora Giudicepietro, ricercatrice dell’Osservatorio Vesuviano dell’INGV (OV-INGV), “sono una caldera vulcanica, formatasi a seguito dello svuotamento di una camera magmatica superficiale, dovuto alla grande eruzione dell’Ignimbrite campana di circa 40.000 anni fa. Quest’area, ricca di storia, è caratterizzata, come molte caldere nel mondo, da deformazioni, sismicità e dalla presenza di un vasto sistema idrotermale”.
Dagli anni Cinquanta del Novecento in quest’area si sono verificati episodi di intensificazione dei fenomeni vulcanici caratterizzati da terremoti e sollevamento del suolo, noti come bradisismo.
“In passato”, prosegue la ricercatrice, “in diverse occasioni abbiamo assistito ad un’intensificazione del bradisismo: in particolare intorno al 1950, nel periodo 1968-72 e nel periodo 1982-85. Dal 2004 ad oggi, ai Campi Flegrei, si assiste a una moderata ma progressiva variazione delle manifestazioni vulcaniche come il sollevamento, la sismicità rappresentata da terremoti di bassa energia e l’attività del sistema idrotermale che è diventata più intensa”.
La variazione di questi processi tra la fine del 2012 e l’inizio del 2013 ha portato il Dipartimento della Protezione Civile Nazionale (DPC) a elevare il livello di allerta da verde (base) a giallo (attenzione).
“L’analisi a lungo termine del tremore sismico generato dalla fumarola in oggetto indica un aumento dell’ampiezza del tremore fumarolico tra maggio 2017 e la fine di aprile del 2019, incremento che trova riscontro negli andamenti dei parametri geochimici registrati nei Campi Flegrei. La sismicità successiva al 2000 fornisce una chiara immagine di questo processo: le localizzazioni dei terremoti e la densità ipocentrale delineano i percorsi dei fluidi che si muovono da un’ampia zona all’interno del sistema idrotermale, a una profondità di 1-2 km, verso i siti idrotermali di Pisciarelli-Solfatara, dove gli eventi si concentrano a profondità molto basse (”.
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