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IL PRESEPE VIVENTE DI PIETRELCINA

Un percorso nella storia, un viaggio nel tempo, quello che segna la storia dell'uomo religioso. L'anno zero, che diede i natali al bambin Gesù. Questo è lo spirito della rappresentazione che dal 1987 arricchisce i vicoli del borgo medievale di Pietrelcina nel beneventano.

Il presepe vivente di Pietrelcina nasce nel 1987 in occasione del centesimo anniversario della nascita di San Pio, è allestito nel borgo antico del quartiere Castello, nei pressi della casa del Santo.
La prima rappresentazione suscitò un grande interesse che spinse i cittadini a reiterare l’iniziativa negli anni a seguire e a instituire, nel 1997, un vero e proprio Comitato per l’organizzazione della manifestazione. I giorni prescelti sono il 26-27-28 di Dicembre, ci si può prenotare per la visita tramite il numero messo a disposizione solo il 1° Dicembre.
Abbiamo seguito per voi l’iniziativa che ci ha destato non poca meraviglia per la minuziosa cura dei particolari. Una volta entrati nell’area dedicata al percorso la modernità viene lasciata alle spalle per addentrarsi in un mondo fino a quel momento soltanto immaginato ma che per un’ora, o poco più, si può assaggiare e toccare con mano. Il borgo è allestito nei minimi dettagli, le porte delle case lasciano spazio a tendaggi e sacchi di tela, le pareti del borgo si arricchiscono di , palme, rami, cespugli di canne e paglia per eliminare qualsiasi traccia del mondo e dell’uomo moderno. Donne, uomini e bambini saranno vestiti di tuniche per l’uomo lunghe sino al polpaccio mentre per donne e bambini arriveranno alle caviglie, mantelli copricapi e sopravvesti di lana, avevano ed avranno in Palestina come a Pietrelcina, il compito di riparare dal freddo.
Il percorso si compone di tappe che rappresentano gli scenari tipici dell’epoca, ci sono artigiani, donne che lavorano a mano, che fanno la pasta, centurioni romani, re magi, odalische che danzano per il re Erode, sacerdoti e matrimoni ebraici.
La scena si apre nel mercato, fra le urla dei mercanti si viene invitati a comprare verdure e spezie del tempo, barattando il prodotto per pochi sesterzi. Fra le mura medievali potrete incontrare anche i classici zampognari che portano sulle spalle un vero e proprio agnello e suonano le nenie per il bambino delle scritture. Si possono accarezzare fra la paglia e il fieno le pecorelle e cagnolini come si può alla tosatura virtuale delle pecorelle.
Se siete fortunati assisterete ad un vero e proprio matrimonio ebraico,  officiato da un gran sacerdote. Il rito si svolge legando i polsi dei coniugi con un laccio e sciogliendolo, successivamente, al suono dei canti dell’epoca.
Potrete trovarvi anche di fronte ai gladiatori romani, pare che siano stati inseriti nella scena poiché a re Erode era gradito il combattimento.
La postazione dei re magi, invece, li vede in grande sfarzo vestiti di stoffe colorate e ricercate e, nell’ultima sera della rappresentazione sono soliti spostarsi per rendere omaggio al bambino Gesù. Al loro cospetto sono posti dei pastori che rappresentano i loro servitori e tutte le postazioni come quella dei re sono accompagnate da musiche a tema.
La scena seguente è quella del palazzo di re Erode intento a farsi intrattenere da avvenenti odalische che danzano per rendergli omaggio e, a un lato del palazzo, adagiata su un lussureggiante talamo, troviamo Erodiade servita dalle sue ancelle.
C’è anche un presidio romano allestito con tende rosse e arricchito dalla presenza dei centurioni e dalle due aquile dello stemma romano. La postazione rappresenta il censore che talvolta chiama i visitatori per il censimento.
La scena continua, ci troviamo nella sinagoga ebraica, un grande uomo dalla barba canuta ci invita a entrare, gli anziani sacerdoti, accogliendoci, ci invitano a raccoglierci in preghiera con loro.
Si prosegue fra le antiche case artigiane, fra donne intente ai lavori domestici, al ricamo, alla filatura e ci si ritrova in un vecchio frantoio, un tesoro custodito con cura dagli abitanti di Pietrelcina. E’ il frantoio più antico della comunità, al suo interno si potrà ammirare la mola avviata dagli uomini o dagli asini per la premitura delle olive.
Si giunge così alla grotta della natività, allestita pochi metri dopo la casa in cui visse San Pio. La scena vede protagonisti la santa coppia e il sacro pargolo nella mangiatoia. I componenti, sono scelti fra le ultime coppie dell’anno che hanno avuto un figlio. Il bambino, in compagnia, dei genitori è adagiato sapientemente nella culla di fieno e coperto con lana bianca e, alle spalle un mite asinello. Una scena realistica quanto commovente che, ai più religiosi, suscita forti emozioni e qualcuno, preso dalla realtà percepita, accenna al segno della croce.
Sul finire del percorso i membri del comitato ci invitano a scrivere un commento su grosso libro al fine di arricchire la futura prestazione, ma sfogliandolo abbiamo che non vi era spazio per le critiche abbiamo sbirciato solo complimenti al comitato. La scena è davvero realistica, illuminazione compresa, composta solo da fiaccole e bracieri per riscaldarsi, per cui è difficile criticare un impegno del genere.
I membri del comitato ci spiegano che il bambino scelto quest’anno ha 5 mesi e ci dicono che solo Domenica 28 Dicembre hanno visitato il luogo circa 4.000 persone provenienti non solo dalla Campania. Non sono stanchi, sono fieri e felici di rappresentare una realtà così mistica e suscitare così tanto interesse, visto che anche TV nazionali come la RAI, hanno deciso, quest’anno, di dedicare uno spazio all’iniziativa.

Ci regalano una cartolina e ci invitano a visitare i negozietti che si trovano all’uscita del percorso per degustare i prodotti tipici del luogo.


Maria Giuseppina Buono

Tutti i dilettanti scrivono volentieri. Perciò alcuni di loro scrivono così bene.(Friedrich Durrenmatt)

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