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L’Italia notifica all’UE la richiesta di divieto coltura OGM

La richiesta di esclusione di tutto il territorio italiano dalla coltivazione di tutti gli OGM autorizzati a livello europeo trova d’accordo quasi 8 cittadini su 10 (76 per cento) che si oppongono oggi al biotech nei campi.

E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base di una indagine Ixè nel commentare la richiesta fatta alla Commissione Europea dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina, di concerto con il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti e il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin in attuazione della nuova Direttiva europea 2015/412 dell’11 marzo 2015, che consente agli Stati membri di vietare al proprio interno la coltivazione degli organismi geneticamente.

“Per l’Italia gli organismi geneticamente modificati (Ogm) in agricoltura non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell’omologazione e il grande nemico del Made in Italy” commenta il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo.

Le superfici seminate a transgenico nell’Unione Europea nel 2014 sono diminuite del 3 per cento, a conferma della crescente diffidenza nei confronti di una tecnologia che non rispetta le promesse, secondo l’analisi del rapporto annuale 2014 dell’ “International Service for the Acquisition of Agri-biotech Applications(ISAAA).

La superficie Ogm in Europa nel 2014 conta oggi appena 143.016 ettari di mais Bt coltivati in soli 5 Paesi sui 28 che fanno parte dell’Unione. Peraltro ben il 92 per cento di mais biotech europeo è coltivato in Spagna dove sono stati seminati 131.538 ettari mentre le superfici coltivate sono residuali in Portogallo, Slovacchia, Repubblica Ceca e Romania.

Ma anche in quest’ultimo paese si sta verificando un crescente abbandono delle sementi transgeniche da parte degli agricoltori, come nel caso del mais MON810 che le multinazionali sono arrivate addirittura ad offrire gratuitamente, senza però trovare persone disposte ad utilizzarle.  Recentemente – conclude Coldiretti – anche il vice primo ministro del Governo russo Arkady Dvorkovich, dell’intenzione di proibire la produzione di prodotti geneticamente modificati nel paese degli Zar.


La richiesta di esclusione di tutto il territorio italiano dalla coltivazione di tutti gli OGM autorizzati a livello europeo trova d’accordo quasi 8 cittadini su 10 (76 per cento) che si oppongono oggi al biotech nei campi. E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base di una indagine Ixe’ nel commentare la richiesta fatta alla Commissione Europea dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina, di concerto con il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti e il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin in attuazione della nuova Direttiva europea 2015/412 dell’11 marzo 2015, che consente agli Stati membri di vietare al proprio interno la coltivazione degli organismi geneticamente. “Per l’Italia gli organismi geneticamente modificati (Ogm) in agricoltura non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell’omologazione e il grande nemico del Made in Italy” commenta il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo. Le superfici seminate a transgenico nell’Unione Europea nel 2014 sono diminuite del 3 per cento, a conferma della crescente diffidenza nei confronti di una tecnologia che non rispetta le promesse, secondo l’analisi del rapporto annuale 2014 dell’ “International Service for the Acquisition of Agri-biotech Applications” (ISAAA). La superficie Ogm in Europa nel 2014 – precisa la Coldiretti – conta oggi appena 143.016 ettari di mais Bt coltivati in soli 5 Paesi sui 28 che fanno parte dell’Unione. Peraltro ben il 92 per cento di mais biotech europeo è coltivato in Spagna dove sono stati seminati 131.538 ettari mentre le superfici coltivate sono residuali in Portogallo, Slovacchia, Repubblica Ceca e Romania. Ma anche in quest’ultimo paese si sta verificando un crescente abbandono delle sementi transgeniche da parte degli agricoltori, come nel caso del mais MON810 che – rivela Coldiretti – che le multinazionali sono arrivate addirittura ad offrire gratuitamente, senza però trovare persone disposte ad utilizzarle.  Recentemente – conclude Coldiretti – anche il vice primo ministro del Governo russo Arkady Dvorkovich, dell’intenzione di proibire la produzione di prodotti geneticamente modificati nel paese degli Zar.


Redazione CinqueColonne

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