Categorie: Culture

L’ARTE E IL TRIONFO DELLA BRUTTEZZA

Ma davvero l'arte è tutta bella? A guardare certi monumenti sparsi in giro per l'Italia non ci sembra proprio così.

“Ma che cos’è quest’orrore? E dovrebbe essere un’opera d’arte?”.
Tutti abbiamo pronunciato almeno una volta queste parole dinanzi a monumenti improbabili o quantomeno incomprensibili. Tutti abbiamo storto il naso dinanzi a commenti enfatici di critici d’arte su opere che a chi è dotato di un minimo senso estetico appaiono un affronto al buon gusto.
A fine gennaio la CNN, per firma di Iain Aitch, aveva pubblicato “The world’s ugliest monuments”, un compendio di bruttezze planetarie. Il report era stato poi ritirato perché non era del livello che ci si sarebbe aspettato dalla CNN. Eppure si trattava solo di uno sguardo umoristico sull’architettura monumentale di tutto il mondo che si apriva con un appello dell’autore agli scultori: “Ecco come non costruire un monumento!”. Tra le opere citate, era stata inserita la statua omaggio a Papa Wojtyla che lo scultore Oliviero Rainaldi ha realizzato e inaugurato nel 2011 in Piazza dei Cinquecento a Roma, a pochi metri dall’entrata principale della Stazione Termini.


Alla Versilia va una specie di primato di ‘mattanza del gusto’. A Forte dei Marmi, un terribile elefante con le zampe d’insetto campeggia nella Piazza del Fortino, anche se prima era la zona davanti alla stazione di Santa Maria Novella a Firenze ad ospitarlo. Sarà pure opera del geniale Dalì – rappresenta uno dei quattro elefanti della Tentazione di Sant’Antonio – ma pur scavando nell’amore dell’artista per il lusso e per tutto ciò che è bizzarro, eccessivo, teatrale, proprio non riusciamo a farcelo piacere.


Se ci spostiamo invece a Pietrasanta, sono le due opere di Bernard Bezzina, stavolta un illustre sconosciuto, a farci rabbrividire: il piede autoritratto e il pugno autoritratto. Ma anche gli “esercizi di tecnica giapponese” di Stefano Bombardieri non sono da meno. E così un vero gioiellino urbano come Pietrasanta diventa in un attimo patria del kitsch.

Ma cambiamo regione: destinazione Puglia. Per la precisione Polignano a Mare, un piccolo ed incantevole borgo marittimo che ha dato i natali ad uno dei più stimati artisti italiani a livello mondiale, Pino Pascali. L’omonima fondazione ha voluto celebrare la sua memoria con tre grandi video-installazioni di Fabrizio Plessi, addirittura vincitore della XVII edizione del Premio Pascali. L’acqua è protagonista indiscussa e viene letta metaforicamente come simbolo di purificazione, di vita, di morte, di rinascita. Ma noi commentiamo con un laconico: boh.
Stesso discorso per l’imponente Ruota dei comandamenti che sorge in una delle zone centrali della città di Lecce. Fu donata a Giovanni Paolo II per il suo impegno nel favorire la comprensione dei popoli. C’è da chiedersi però quanto la Ruota dei Lions Club riesca a trasmettere gli alti valori cristiani e se, dal momento della sua installazione, la zona sia stata davvero riqualificata. Sta di fatto che a noi sembra solo un ammasso di ferraglia ed anche un tantino inquietante.


Insomma, sarà pur romanticamente vero che “la bellezza è negli occhi di guarda”, che il bello è soggettivo, ecc… eppure è innegabile che spesso alcuni dei luoghi più belli del nostro Paese vengono riempiti con statue, sculture, busti e mausolei che sembrano inneggiare alla bruttezza, celata dietro l’originalità a tutti i costi o l’altisonante messaggio sociale. Menefreghismo, scarso senso artistico o pura e semplice sciatteria culturale?

Elisabetta Besutti

Giornalista e educatrice, con una laurea in Scienze dell'educazione e della formazione ed un'alta concentrazione di passioni: per la scrittura, la poesia, la psicologia (con particolare attenzione ai comportamenti umani), le scienze, le new technologies ed in generale per tutto ciò che è comunicazione e creatività (o come mi piace definirla 'CreAttività'). Considero il confronto la condizione imprescindibile per poter crescere costruttivamente ed arricchire il bagaglio culturale ed emozionale. My FB profile: https://www.facebook.com/e.besutti

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