È scomparso martedì 23 gennaio all’età di 103 anni, nella sua casa del Municipio de la Reina a Santiago del Cile, il poeta cileno, matematico, fisico e accademico, Premio Cervantes 2011, Nicanor Parra, fratello di Violeta Parra, anche lei, con la sua musica e le sue canzoni, geniale cantore della sua terra. Nato a San Fabián del Alico, in una famiglia numerosa e ricca di talento, è stato l’unico a laurearsi, in fisica e per trent’anni ha insegnato nella facoltà di Ingegneria dell’Università del Cile. Di formazione scientifica fu un rinnovatore unico nella creazione letteraria, come venne definito, “una pietra secca di prosaicità anglosassone nel verboso stagno francesizzato della poesia spagnola”. Il Cile ha dato straordinari poeti nella contemporaneità che hanno come pochi prodotto uno sguardo e un linguaggio nuovo sul mondo.
Nonostante fosse considerato un’indiscutibile icona culturale, Parra rifuggiva dalle etichette, era il creatore dell’antipoesia e non poteva accettare nessun canone. Perché per lui l’ispirazione, il verso non era cosa da accademie, ma linfa che pullulava per le strade, un approccio narrativo che eliminava certo lirismo, che con frequenza ruotava intorno ad un antieroe, con un linguaggio colloquiale nel quale naturalmente si installavano l’humor e l’ironia. “No alla poesia del piccolo Dio (riferimento a Vicente Huidobro), no alla poesia del Toro furioso (riferendosi a Pablo de Rokha), no alla poesia della vacca sacra (riguardo a Pablo Neruda)”.
Due giorni di lutto nazionale sono stati stabiliti in suo onore, ma sicuramente Nicanor Parra ne sorride nella sua raggiunta eternità.