Piogge battenti e improvvise inondazioni nel nord del Kenya hanno distrutto le abitazioni e costretto migliaia di persone a sfollare, mentre decine di migliaia sono esposte al rischio di contagio delle infezioni trasmesse dall’acqua, come il colera, in un’area che comprende anche Dadaab, uno dei campi profughi più grandi al mondo.
Nella contea di Madera, 750 abitazioni sono state spazzate via dall’acqua e 4.500 persone sono sfollate, e molte comunità nella contea di Turkana si ritrovano isolate senza soccorsi e aiuti a causa della distruzione di un ponte.
Nel campo di Dadaab, dove vivono quasi 250.000 rifugiati, principalmente somali, la metà dei quali sono bambini, e dove si registrano ancora nuovi arrivi dal confine, si stanno facendo le stime dei ricoveri distrutti e molti rifugiati si sono raccolti nelle scuole per sfuggire al continuo aumento dell’acqua alta.
“Le latrine a fossa che si trovano nel campo sono strabordate diffondendo il rischio di contagio del colera, perché i bambini giocano nell’acqua infetta senza sapere che potrebbe essere fatale. Le alluvioni stanno portando via tutto, abitazioni e bestiame, e le famiglie sono senza rifugio e cibo” ha dichiarato Caleb Odhiambo, Area Manager di Save the Children’s a Dadaab.
Queste alluvioni giungono dopo un lungo periodo di siccità assoluta nel Corno d’Africa che ha decimato il bestiame e le fonti di sostentamento, lasciando 3,4 milioni di persone in Kenya, un paese che ospita 309.000 sfollati e 489.000 rifugiati, alle prese con una grave insicurezza alimentare.
“I rifugiati a Dadaab si sentono condannati al peggio, perché la siccità toglie loro il cibo e queste piogge battenti e improvvise producono il disastro. Piegate dalla siccità, le comunità nel nord del Kenya hanno pregato invocando l’acqua, ma i cambiamenti climatici, la desertificazione e la deforestazione hanno eroso il terreno in vaste aree, impedendo a qualunque cosa di crescere. In assenza degli alberi che assicurerebbero l’umidità del terreno, le piogge battenti possono essere disastrose al pari della siccità, perché l’acqua invece di essere assorbita dal terreno porta via la terra e tutto quello che c’è.”
“Siamo preoccupati anche per l’impatto negativo sull’educazione, perché in questi casi di grave emergenza le scuole sono l’unico rifugio possibile per le famiglie e le lezioni vengono sospese per lunghi periodi, mentre bisogna garantire la continuità dell’insegnamento per i bambini.”
Le Organizzazioni umanitarie presenti nel campo stanno anche faticando a far fronte alla riduzione dei fondi, che ha costretto a metà dello scorso anno Save the Children a limitare i suoi interventi, e l’agenzia ONU World Food Program a tagliare del 30% la distribuzione delle razioni di cibo.
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