“Pronto buongiorno sono Letizia, come posso aiutarla?”
“Volevo prendere appuntamento per una ceretta.”
“No signora, ha sbagliato numero, questo è un negozio di abbigliamento.”
“Il numero è giusto!”
“Se ho risposto io il numero non è giusto.”
La telefonata si chiude senza neanche un scusi e un buongiorno e io penso che la gente è proprio matta.
Risquilla, speriamo non sia un’altra matta!
“Pronto buongiorno sono Letizia, come posso aiutarla?”
Dall’altra parte del telefono arriva un minaccioso “Ancora tu?”
“Appunto signora, ma non dovevamo vederci più?”
“Che c’entra ora il fatto di non vederci più?”
“Ma niente signora stavo citando una strofa di una canzone.”
“Si vede che non hai nulla di meglio da fare! Insomma questa ceretta la prenotiamo? I giovani di oggi sempre con la testa fra le nuvole!”
Assaporo la dolce sensazione di mandarla a quel paese, ma desisto.
“Signora le ribadisco che questo non è un centro estetico, è un negozio di abbigliamento!”
“Allora mi dia il numero del centro estetico, io non so cercare su internet, mi può fare questa gentilezza, voi giovani sapete usare queste diavolerie moderne.”
Io penso che questa donna sia arrivata a me perché Dio vuole mettermi alla prova e vedere se per questa atea c’è ancora qualche speranza.
Quindi mi armo di una pazienza infinita e cerco di fare la mia buona azione quotidiana.
“Signora come si chiama il centro estetico che cerca?”
“In questo momento ho un lapus, non mi viene”
E signora! Il lapsus freudiano lo vorrei avere io e dimenticare l’inizio di questa mattina, ma lei ha il lapus, quindi di altro si tratta.
“Signora sono sul posto di lavoro, non posso perdere tutto questo tempo, mi richiami appena le viene in mente il nome del centro estetico.”
Chiudo sperando di essere uscita da quell’incubo.
A ogni squillo di telefono tremo pensando che la signora abbia risolto il lapus.
Cinque minuti prima della chiusura risquilla il telefono, io ormai avevo rimosso la signora dalla mia mente.
Rispondo.
“Sì chiama la casa del piacere” così diretto, senza un buongiorno.
“Ah signora buongiorno, vedo che ha ricordato, ma siamo sicuri che è un centro estetico?”
“Sì sì, mio nipote va a fare li i massaggi”
“Ah ecco!”
“Guardi signora le prenoto la ceretta nel centro estetico dove vado io se mi permette.”
“Ma grazie lei è un angelo!”
Vedi Dio c’è speranza anche per me.
Magari in questa casa del piacere ci vado io.
Dio non tenere conto di quest’ultimo pensiero.
Foto di form PxHere






















