Categorie: Culture

SOCIAL CHANGE WEEKEND

Torna a Napoli il Social Change Weekend. La cooperativa Project Ahead chiama a raccolta gli innovatori sociali. I più bravi costituiranno una start-up a costo zero.

Parole d’ordine: innovazione, creatività, sostenibilità. Di tutto ciò si faranno portavoce i partecipanti alla 4a edizione del Social Change Weekend, la startup competition per l’innovazione sociale che si svolgerà a Napoli, presso la Fondazione Quartieri Spagnoli FOQUS dell’ex Istituto Montecalvario, dal 27 al 29 marzo.

L’iniziativa parte dalla cooperativa Project Ahead, i cui responsabili passeranno al vaglio le idee degli innovatori sociali, per poi selezionare le migliori. Spazio dunque a tutti coloro che hanno un’idea di business da realizzare e le competenze per entrare a far parte di un team. L’obiettivo primo è quello di individuare progetti ad impatto sociale basati sostanzialmente sull’utilizzo delle nuove tecnologie e del web ma soprattutto economicamente sostenibili.
3 minuti a disposizione per presentare la propria idea imprenditoriale. Se questa risulterà tra le selezionate, verrà formata una squadra di lavoro che elaborerà un business plan, confrontandosi con gli esperti presenti. La fase successiva prevede altri 7 minuti in cui i progetti verranno sottoposti all’attenzione della giuria che ne sceglierà tre. I vincitori beneficeranno di un percorso gratuito di incubazione d’impresa presso il nuovo incubatore sociale Dialogue.

Abbiamo intervistato il Dr. Marco Traversi, Amministratore Unico di Project Ahead ed organizzatore dell’evento.

Con la crisi che ormai ci coinvolge a 360° abbracciando in primis il mondo del lavoro, possono contribuire veramente innovazione e cambiamento sociale a creare nuove opportunità? Come?

Sicuramente sì, perché ormai le tradizionali forme di lavoro cui eravamo abituati non sono più spendibili ed anche i modelli imprenditoriali più forti in Italia, il tessile, il manifatturiero, l’industria automobilistica sono ormai irrimediabilmente in crisi. Ci saranno sempre produttori in altri paesi in grado di produrre a costi più bassi e non possiamo rincorrerli al ribasso per sempre.
L’innovazione può cambiare questa situazione portando in campo un nuovo modo di fare impresa ma anche di risolvere i problemi sociali. Quando riusciremo a pensare in modo aperto e ci libereremo delle zavorre della conservazione, allora saremo capaci di vedere meravigliose opportunità per dare risposte a vere esigenze delle comunità. Combinare questa creatività con la sostenibilità economica produrrà moltissime nuove opportunità di lavoro durature nel tempo.

L’appuntamento di venerdì è aperto al pubblico e vede in Programma la tavola rotonda “Il Terzo Settore cambierà la società o la società cambierà il Terzo Settore?”. Ci incuriosisce molto. Ci può illustrare tratti salienti e obiettivi?

Oggi il terzo settore sta affrontando una profonda crisi di identità perché ci si rende conto che servizi che erano tradizionalmente affidati al settore pubblico non sono più sostenibili, ma anche che il volontariato non può rispondere in modo efficace alle esigenze dei cittadini, soprattutto dei più vulnerabili. Anche qui si cercano strade nuove per fare le cose meglio ed in modo più economico.
Il terzo settore potrà allora chiudersi a difesa del passato ed essere inevitabilmente travolto dal nuovo che avanza oppure farsi protagonista e proporre nuove soluzioni che tengano conto dei cambiamenti in atto. In poche parole potrà aspettare che passi la crisi e che la spesa pubblica torni ai livelli del decennio scorso, cosa piuttosto improbabile, o potrà subire l’iniziativa delle grandi multinazionali e della finanza globale che stanno mettendo in campo strumenti finanziari ed imprenditoriali per fare profitto anche sulle categorie più deboli.
Oppure potrà scegliere una terza strada, cioè affidarsi ad una imprenditorialità sociale, responsabile e sostenibile che non faccia del profitto il suo credo ma che cerchi di dare risposte attente al benessere collettivo ed all’impatto sociale delle proprie azioni,senza dipendere dalla spesa pubblica ma dal mercato, quello buono e serio.

Le nuove tecnologie sono parte imprescindibile dei progetti. Inoltre parlate in termini di sostenibilità sociale ed economica. Cosa rende per voi un’idea migliore delle altre?

La tecnologia è estremamente importante perché il web, i nuovi media, la domotica, la genomica stanno cambiando completamente il mondo e ad una velocità mai vista prima. La tecnologia però non basta in quanto è importante anche l’uso che se ne fa.
Una tecnologia tradizionale potrebbe essere usata in un settore diverso da quella dove è sempre stata utilizzata, ma anche uno strumento finanziario può essere usato in modo nuovo così come un servizio può essere semplicemente organizzato in modo innovativo.
E’ importante che le innovazioni portino a fare le cose meglio di prima e producano risultati tangibili di benessere collettivo. Solo in questo modo un’innovazione diventa veramente sociale e sono quelle che ci piacciono di più.

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Elisabetta Besutti

Giornalista e educatrice, con una laurea in Scienze dell'educazione e della formazione ed un'alta concentrazione di passioni: per la scrittura, la poesia, la psicologia (con particolare attenzione ai comportamenti umani), le scienze, le new technologies ed in generale per tutto ciò che è comunicazione e creatività (o come mi piace definirla 'CreAttività'). Considero il confronto la condizione imprescindibile per poter crescere costruttivamente ed arricchire il bagaglio culturale ed emozionale. My FB profile: https://www.facebook.com/e.besutti

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Elisabetta Besutti

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