Categorie: Culture

?UNA NAPOLI BRASILIANA? E? POSSIBILE CON LA CITTÀ DEL FARE

Nuove forme di collaborazione tra la Provincia napoletana e le regioni amazzoniche. In passato ogni edificazione di città era un atto innaturale,.

Nuove forme di collaborazione tra la Provincia napoletana e le regioni amazzoniche.

In passato ogni edificazione di città era un atto innaturale, artificiale; e guidato, secondo le leggende popolari, dal volere divino. Oggi una città può nascere anche ‘virtualmente‘. Come nel caso della “Città del fare”, un’identità istituzionale costituita come Agenzia Locale di Sviluppo in cui collaborano diversi comuni dell’area Nord-Est di Napoli. Un’area che si estende su una superficie di 134 kmq composta da 270 mila persone e che comprende i Comuni di Afragola (il più popoloso), Acerra (il leader tra tutti), Brusciano, Caivano, Cardito, Casalnuovo, Castello di Cisterna, Crispano, Mariglianella e Pomigliano d’Arco. L’obiettivo di questa agenzia, finanziata dalla Giunta Regionale per una somma pari a 19 milioni di euro, è quello di promuovere azioni di sviluppo socio-economiche e territoriali per rafforzare le capacità produttive dell’area Nord-Est, da sempre sottosviluppata. Inoltre l’agenzia ha una funzione di raccordo tra Istituzioni, Cultura, Economia e Società. Ma le competenze dell’agenzia non si fermano solo all’ambito regionale. Infatti, in questi anni, c’è stata un’attenta collaborazione con l’agenzia dello sviluppo dell’Amazzonia, in particolare con lo stato brasiliano del Parà. Questa cooperazione nasce per caso. Era il 26 giugno 2004 quando l’agenzia napoletana decise di partecipare al convegno internazionale, tenutosi presso l’Università Federico II, sul tema del confronto tra il Mezzogiorno d’Italia e l’Amazzonia brasiliana. Subito si notarono delle analogie tra le due aree, nonostante fossero lontanissime tra loro, come la compatibilità a livello ambientale, sociale ed economico. Si decise, così, di lavorare congiuntamente per promuovere l’incontro tra attori del mondo istituzionale, economico e culturale tramite scambi di competenze tecniche e artistiche tra i maestri dell’artigianato classico campano e brasiliano, per valorizzare le risorse delle due differenti realtà. A testimonianza di ciò, nel marzo 2008, a Napoli, è prevista una mostra espositiva delle lavorazioni classiche dell’artigianato brasiliano, in cui verrà presentato un resoconto su questo ‘gemellaggio’. Nel 2005 la Provincia di Napoli, in collaborazione con la “Città del fare”, ha ratificato l’intesa con le città amazzoniche, rappresentate per l’occasione da una delegazione istituzionale del Parà, capeggiata dal segretario del ministero Andrè Farias, impegnandosi nello sviluppo locale dei rispettivi territori. All’interno del documento di Intesa, si legge come sia indispensabile la necessità di approfondire percorsi congiunti in materia di decentramento e innovazione amministrativa e di trovare rimedi per risolvere i problemi di arretratezza, marginalità e dipendenza economica dei territori in questione. Al fine di ciò, gli obiettivi da raggiungere saranno essenzialmente tre.

1) formare i quadri dirigenti paraensi che dovranno assumere il ruolo di “agenti di sviluppo territoriali”.

2) affiancare le professionalità formate nella creazione delle “Agenzie Locali di Sviluppo”.

3) individuare i settori e i soggetti interessati a stabilire relazioni imprenditoriali e commerciali.

Un’attuazione del progetto con metodologie e prassi operative sperimentate da una precedente collaborazione avvenuta con la provincia di Granma (Cuba). Se questa iniziativa avrà successo si potranno creare nuove sinergie e nuovi sbocchi occupazionali. Infatti solo nel giro di due anni (dal 1999 al 2001) l’Agenzia ha attuato più di mille assunzioni, investito oltre 58 milioni di euro (finanziamenti di privati e non), e coinvolto 22 enti (13 pubblici e 9 privati). Per ulteriori informazioni relative alla “Città del fare” è possibile consultare il sito web della stessa Agenzia (www.cittadelfare.it).

B S

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