Culture

“Una speranza ancora” di Gennaro K. Violante

Un grave incidente fa scattare una molla nella testa di Marco. La vita deve essere vissuta e anche se la sua è appesa ad un filo, qualcosa gli dà la forza di andare avanti. Cosa?

L’esperienza e le passioni personali

Una speranza ancora di Gennaro K. Violante è il libro d’esordio dello scrittore, che narra la storia del protagonista, Marco, e del suo cammino verso la consapevolezza e la trasformazione. Una serie di vicissitudini e di eventi, rallenteranno la vita del protagonista che, grazie ad una forte determinazione e ad una incrollabile fede, riuscirà a trovare la sua strada nella vita. Una speranza ancora di Gennaro K. Violante si ispira a molte esperienze personali che hanno spinto l’autore a condividere con il suo pubblico intensi percorsi spirituali.  Gennaro K. Violante nella vita è un art-counselor e offre sostegno ad individui con problematiche di varia natura, attraverso forme “artistiche” che stimolano la reazione e l’autoconsapevolezza al cambiamento.

L’esperienza lavorativa e la passione per tematiche mistiche, hanno portato Violante a scrivere non solo (e non più) per se stesso, ma per un vasto pubblico, nella speranza di avvicinare i lettori a tematiche poco battute.

Abbiamo avuto il piacere di intervistare l’autore con il quale abbiamo scambiato alcune battute e al quale abbiamo chiesto qualche dettaglio in più sul suo romanzo e sulla sua vita

“Una speranza ancora” di Gennaro K. Violante

Quando ha capito che la scrittura avrebbe occupato una parte importante della sua vita?

 Sì, la scrittura occupa una parte importante nella mia vita e l’ho capito fin da fanciullo, iniziando da allora fino ai 25 anni con la scrittura diaristica che di tanto in tanto “faccio/uso” ancora la scrittura diaristica…

La fede in Dio nel romanzo occupa un posto centrale. Quanto c’è di lei nel protagonista?

la fede del protagonista è quasi più della mia, ma sono autobiografiche alcune esperienze del protagonista, soprattutto riguardo il sesso in macchina, l’incidente, la malattia e queste tre parole mi hanno ispirato tanto e poi aspiro al misticismo…

Parliamo di Una speranza ancora e diamo ai lettori qualche informazione in più sulla trama per stuzzicare la curiosità

Ai lettori consiglio di leggere il mio romanzo breve iniziatico poiché è di formazione cristiana ed è ricco di buoni valori e chissà se qualcuno potrà convertirsi e “Dialogare con Dio” come se fosse un Padre, oltre che Celeste, Misericordioso e questo misticismo viene dalla mia esperienza di 25 anni di ritiro nei monasteri cristiani e buddhisti in tutta l’Italia e da “esperienze di picco”…

In Una speranza ancora, il protagonista Marco, alla fine del romanzo subisce un cambiamento, la sua è una sorta di rinascita. C’è un messaggio che vuole comunicare ai lettori attraverso la storia di Marco?

Un messaggio di liberazione dalle gabbie mentali, metaforicamente parlando, anche perché secondo la numerologia, che studio da un paio d’anni, ho scoperto che il mio numero del destino è il numero nove -9 – che ha per Archetipo dominante il Liberatore, lo stesso Archetipo del Destino, sempre secondo la numerologia, di Gandhi e C.G. Jung… e facendo il test degli archetipi dominanti, secondo Jung, di cui prima accennavo, i miei archetipi dominanti sono il mago – mentalista – e il guerriero e infatti ho praticato per circa 25 anni arti marziali miste, tra cui Tai Chi Chuan, Ju Jitsu/Jitzu Brasiliano, Karate-Do e Kick Boxing… etc…

Qual è il suo approccio alla scrittura? Quando scrive un romanzo, lascia che le idee e le parole scorrano sul foglio senza una logica e poi le riordina oppure segue un’architettura ben precisa?

Quando scrivo è come se fossi “impossessato” da un “daemon/genio” e poi scrivo, prima, di getto come se la mia mano scorresse da sola sulla tastiera guidata da un genio, lo sottolineo, invisibile che sento che mi motiva e ispira e poi faccio dopo ogni capitolo 2/3 revisioni e una correzione di bozze finale… 

Cosa pensa dei corsi di scrittura creativa? Secondo lei sono uno strumento valido per migliorare la propria tecnica?

Possono essere utili, non devono essere essenziali, secondo me, poiché per scrivere bene ci vuole prima il talento, e quello o ce l’hai o non ce l’hai, e poi per imparare la tecnica e trovare la propria voce narrativa ho letto, e consiglio di leggere, parafrasando, lo scrittore di fama, Mauro Corona, un tir di libri…

Lei è uno scrittore emergente, cosa si aspetta dai suoi romanzi, vorrebbe diventare uno scrittore famoso?

Io vivo per scrivere, non scrivo per vivere, ma qualche soldino in tasca in più di quanto guadagno col mio lavoro di Counselor mi servirebbe per cose utili e per fare un po’ di “filantropia” oltre che liberare la fratellanza universale dalle gabbie mentali…

Progetti per il futuro?

Il mio progetto primario per il futuro, oltre a sopravvivere in questi tempi funesti, e di scrivere entro il 2022 un “romanzo d’amore puro” di lunghezza standard, quindi più lungo dei precedenti, e pubblicarlo con un editore non a pagamento, magari servendomi dei servizi di un buon Agente Letterario…

Francesca Amore

Trapiantata a Roma per necessità ma emotivamente ancorata a Napoli, non ha mai smesso di sperare che un giorno ci ritornerà definitivamente. Laureata all?istituto Universitario Orientale in lingue slave , si occupa di traduzioni dal russo e dal polacco. Giornalista pubblicista dal 2005, è appassionata di arte e letteratura in genere, ma di quella russa in particolare. Ama scrivere sugli argomenti più disparati perché di indole curiosa.Generosa, impulsiva e sincera, non ama le persone intellettualmente disoneste, ma si sa, il mondo è bello perché è vario, ma intanto? io mi scanso.

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Francesca Amore

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