Le norme che disciplinano il mercato interno del gas dell’UE si applicheranno in futuro anche ai gasdotti da e verso paesi terzi. Il Consiglio ha formalmente adottato oggi una modifica della cosiddetta direttiva sul gas che mira a colmare una lacuna giuridica nel quadro normativo dell’UE e a promuovere la concorrenza nel mercato del gas. Si tratta della fase finale del processo legislativo.
“Mi rallegro dell’adozione di questo importante fascicolo. Ci siamo impegnati a fondo per trovare un compromesso accettabile per tutti. A mio avviso, abbiamo ora una buona soluzione che garantirà un mercato del gas europeo equo e competitivo” ha dichiarato Anton Anton, ministro dell’energia della Romania.
Quali sono gli obiettivi della modifica della direttiva sul gas
L’obiettivo generale della modifica della direttiva sul gas è assicurare che le norme che disciplinano il mercato interno del gas dell’UE si applichino ai gasdotti che collegano uno Stato membro e un paese terzo, fino al confine del territorio e del mare territoriale dello Stato membro. Fra i principali elementi delle norme relative al mercato del gas dell’UE, figuranti nella cosiddetta direttiva sul gas del 2009, si annoverano la separazione proprietaria, l’accesso di terzi, le tariffe non discriminatorie e gli obblighi di trasparenza.
La modifica adottata oggi prevede la possibilità di deroghe per i gasdotti esistenti da e verso paesi terzi, nonché procedure chiare per i negoziati con i paesi terzi e per le deroghe riguardanti i nuovi gasdotti.
Quando andrà in vigore la modifica?
La modifica della direttiva sul gas è stata proposta dalla Commissione europea nel novembre 2017. Il 12 febbraio 2019 la presidenza rumena del Consiglio ha raggiunto un accordo con il Parlamento europeo sul fascicolo. Il 4 aprile 2019 la plenaria del Parlamento europeo ha votato a favore della modifica.
L’adozione odierna da parte del Consiglio costituisce l’ultima fase legislativa. La nuova direttiva entrerà in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea. Gli Stati membri avranno 9 mesi di tempo dall’entrata in vigore della direttiva per recepire le nuove norme nel diritto nazionale.
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