A migliaia affollano lo spicchio di cosmo abitato dalla Terra. Più di 14mila asteroidi e un centinaio di comete, secondo l’ESA. Solo negli ultimi sei mesi ne sono stati scoperti 852. Sono i Near-Earth Objects (NEO), fossili risalenti agli albori del Sistema solare, che nel loro peregrinare celeste si spingono a meno di un terzo della distanza Terra-Sole.
Secondo il NEO Coordination Centre dell’ESA, 549 di essi si trovano in una speciale “risk list”. Hanno, cioè, una probabilità diversa da zero, anche se molto bassa, d’impattare con la Terra.
Gli ultimi dati sui NEO sono stati oggetto di un dibattito tra scienziati, giornalisti ed esperti di comunicazione alla libreria Assaggi di Roma. L’occasione è l’Asteroid Day, un appuntamento mondiale, giunto alla sua seconda edizione, per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza dello studio dei NEO. Organizzato da scienziati e artisti, tra cui il chitarrista dei Queen, Brian May – un dottorato in astrofisica alle spalle -, l’Asteroid Day cade il 30 giugno, lo stesso giorno in cui nel 1908, un corpo celeste esplose sui cieli di Tunguska, nella steppa siberiana.
L’esplosione, stimata dagli esperti tra i 10 e i 15 megatoni, pari a circa mille bombe di Hiroshima, abbatté decine di milioni di alberi su una superficie di più di 2mila km2 di foresta, e l’onda d’urto fece quasi deragliare alcuni convogli della Transiberiana, a 600 km di distanza.
Gli asteroidi, però, non sono solo una potenziale minaccia per la Terra, ma anche una preziosa risorsa, ad esempio di minerali. Per questo, la NASA ha in programma, a settembre 2016, di lanciare una missione su uno di questi sassi spaziali. Si chiama “Osiris-Rex”. L’obiettivo è raggiungere l’asteroide “Bennu”, per raccogliere un campione da riportare sulla Terra.