Nonostante l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, la conoscenza dell’inglese, è al primo posto tra le competenze ricercate nel mercato del lavoro in Italia. Molto spesso, costituisce un requisito determinante all’interno dell’iter di selezione per una posizione lavorativa, ma ancora oggi l’inglese è per molti candidati un punto di debolezza, soprattutto al Sud Italia.
Sovrapponendo la mappa dell’occupazione (dati Ocse 2015) alla classifica delle nazioni in base al loro livello di conoscenza dell’inglese, si nota che esiste una corrispondenza tra tasso di disoccupazione e scarsa conoscenza della lingua.
Per ciò che riguarda l’occupazione in Italia, dopo il calo dello 0,4% di febbraio 2016 (pari a -87 mila), a marzo la stima degli occupati sale di 0,4 punti percentuali (+90 mila persone occupate), tornando ai livelli di gennaio. I recenti dati Istat, confermano che nel 2016, l’occupazione, espressa in termini di unità di lavoro, è stimata in aumento (+0,8% rispetto al 2015) sostenuta dalla crescita dell’attività economica.
Se confrontata con gli altri Paesi europei però, la situazione in Italia si fa piuttosto preoccupante: dai dati Ocse emerge che i Paesi con un maggior tasso di occupazione sono Svezia (75,5%), Norvegia (74,8%), Olanda (74,2%), Danimarca (73,5%) e Finlandia (68,8%), mentre l’Italia è agli ultimi posti tra i Paesi avanzati con 56,3 punti percentuali.
E per quel che riguarda la conoscenza della lingua inglese? Al primo posto nella classifica stilata da EF, troviamo la Svezia, seguita da Olanda, Danimarca, Norvegia e Finlandia: i Paesi che hanno ottenuto i punteggi migliori nell’ambito della ricerca EF EPI sono anche quelli con un maggior tasso di occupazione.
A livello macroscopico, l’Italia è al 28esimo posto: non male su 70 Paesi, ma si colloca tra le peggiori in Europa.
A livello microscopico, confrontando i dati sull’occupazione nelle regioni italiane con quelli sulla conoscenza della lingua inglese, si nota che le regioni del sud Italia sono agli ultimi posti della classifica stilata da EF, ma anche per quel che riguarda l’occupazione.